Tracce coloniali in Bregaglia

La schiavitù e la colonizzazione un fenomeno che è stato più vicino di quanto pensiamo, conferenza di Hans Fässler.
29.09.2025
2 min
Due persone parlano in una sala accogliente con decorazioni artistiche e un tavolo imbandito sullo sfondo. I partecipanti assistono all'evento seduti in posizione frontale.

Sabato 19 settembre scorso si è tenuta a Stampa nel salone Giacometti una conferenza dal titolo: "Mercenari, schiavi e mercanti di zucchero. Tracce coloniali da Sent a Soglio” a tenere questa conferenza è stato lo storico Hans Fässler di San Gallo che dal 2003 si occupa della commistione tra l’ambiente economico e militare svizzero e il fenomeno della schiavitù sia direttamente che indirettamente. La Svizzera ha dunque partecipato sia direttamente che indirettamente alla tratta atlantica.

Gli schiavi venivano venduti dagli stati africani ai mercanti dell’Europa occidentale e poi deportati da questi nel continente americano dove venivano impiegati nelle colonie per il lavoro nelle piantagioni di prodotti destinati al mercato europeo. Con la conferenza il professor Fässler ha potuto dimostrare, come nel periodo che va dalla fine del 500 fino alla prima metà del 900, ci fosse un'implicazione di famiglie svizzere, grigionesi, engadinesi e bregagliotte nella schiavitù, che è stato un crimine contro l’umanità.Questa implicazione è del tutto plausibile e provata, chiunque era coivolto nel commercio di spezie, tessuti o nel mercato dei mercenari era direttamente o indirettamente complice della schiavitù.

Il professor Fässler ha portato diversi esempi di famiglie che in diversi modi sono venute a contatto con il fenomeno coloniale e della tratta degli schiavi. Fenomeno molto vasto e che ha visto coinvolte famiglie che hanno avuto relazioni con la Bregaglia, come il conte Camille de Renesse che ha operato affari a Maloja, o un certo Alberto Jacometti proveniente da Vicosoprano, o anche i Castelmur, e i von Salis che con il loro lavoro e con i mercenari hanno aiutato eserciti coloniali a portare avanti le loro politiche.

Insomma questo fenomeno che oggi non possiamo dire, purtroppo concluso, che ha preso altre forme, ma che come allora mira a fare ingenti profitti con il commercio di manufatti o materie prime prodotti da persone che vedono azzerati i loro diritti, è sempre presente e merita di essere esaminato con attenzione nella sua complessità.

La conferenza si è conclusa con la visione di diverse immagini con foto e cartine di colonie e con alcune domande da parte del pubblico.