Marianna Iannaccone è dottoranda presso l'università dell’Insubria e da oltre dieci anni dedica le sue ricerche alla figura di John Florio, incontrato per caso leggendo un articolo su Shakespeare. Da quel momento inizia un percorso di ricerca mai più interrotto comprendendo da subito quanto John Florio, intellettuale, cosmopolita e raffinato umanista, fosse stato ingiustamente trascurato e relegato ai margini della critica accademica.
Recentemente alla British Library di Londra la studiosa ha trovato la copia personale della Divina Commedia appartenuta a Florio; reperto prezioso poiché la sua vasta biblioteca, di oltre 400 volumi, andò perduta dopo la sua morte. Il ritrovamento è stato citato sul Times di Londra, il volume contiene annotazioni autografe di Florio che la ricerca dimostrerà avere influenzato le opere di Shakespeare.
Con la pubblicazione di “Resolute John Florio all'ambasciata francese” Marianna Iannaccone ricostruisce la rete di legami culturali umani che unì Florio a Shakespeare e a Giordano Bruno durante gli anni trascorsi insieme al nolano all'ambasciata francese di Londra, tra il 1583 e il 1585
Durante la conferenza tenutasi a Soglio ha raccontato come l'amicizia con Bruno abbia inciso profondamente sulla formazione intellettuale di Florio, gettando le basi di idee e temi che si ritrovano anche nella prima commedia shakespeariana: “Pene d'amor perdute”, con struttura, personaggi, argomenti e trama identici al “Candelaio” di Giordano Bruno.
Se le influenze con contemporanei inglesi vengono oramai riconosciute, l’influsso di un uomo non inglese al 100% è indigesto, quasi tabù e la studiosa mira a restituire a John Florio il posto che si merita, dimostrando quanto la cultura e la letteratura italiana abbiano nutrito il teatro elisabettiano.
A lei l’augurio di non smussare la sua determinazione, a noi quello di ricevere presto aggiornamenti.