L’organizzazione di questo pomeriggio fa parte del lavoro di fine anno presso la Scuola specializzata di Coira con indirizzo sanitario, di Elena Pedroni.
Ad aprire il pomeriggio un cortometraggio molto emozionante sul tema dell’Alzheimer di Michele Bravi dal titolo “Lo ricordo io per te”. Dopo il video ha preso la parola Elena Pedroni, che ha spiegato il perché della scelta del tema delle demenze come argomento per il suo lavoro di fine anno. Elena ha conosciuto questa malattia già da piccola, la nonna è affetta da questa malattia da oltre venti. Elena ha dedicato il pomeriggio a chi è colpito dalla demenza e dall’Alzheimer e a chi vive accanto a queste persone.
La parola è poi passata alla dottoressa Maria Magnini, a Nichole Domenighini e a Rosanna Martinucci. La dottoressa Menghini ha parlato di come queste patologie associate alla demenza siano sempre più diffuse, perché stiamo assistendo ad un progressivo invecchiamento della popolazione e ha ringraziato Elena Pedroni per l’organizzazione, in quanto è sempre più importante sensibilizzare la popolazione sul tema.
La demenza è una patologia che può avere diverse cause, è caratterizzata dal fatto che la persona che ne è affetta perde progressivamente la capacità di svolgere azioni anche semplici, come vestirsi, guidare la macchina, si manifestano deficit nella memoria a breve termine, nel linguaggio e sul pensiero astratto. La persona perde le capacità che aveva acquisito durante la vita, e questo porta al rischio di isolamento e a disturbi importanti del comportamento che poi diventano difficili da gestire.
La dottoressa Magnini è poi passata alla classificazione dei vari tipi di demenza, e ad elencare i fattori di rischio che sono sia genetici che dipendenti dallo stile di vita. L’età in cui il rischio, di contrarre questa malattia, inizia ad essere significativo è dai 65 anni in su. Importanti sono anche i costi che questa malattia provoca sia a livello sociale che familiare. Farmaci che possiamo dire curativi non ne esistono, è piuttosto molto importante adottare misure di sostegno e di supporto dal punto di vista emotivo e sociale.
Rosanna Martinucci è la responsabile di queste misure di sostegno emotivo e sociale che vengono applicate al Centro Sanitario con diversi approcci, approcci che possiamo definire complementari come il metodo Validation, che consiste nel rendere valido ciò che il malato dice, creando fiducia anche nell’esprimere le proprie emozioni, poi c’è la stanza Snoezelen, con un approccio sensoriale, oppure la terapia della bambola che permette al malato di svolgere un ruolo di accudimento e dà senso alla propria vita.
Nichole Domenighini ha parlato delle possibilità tecnologiche oggi disponibili e che il Centro Sanitario Bregaglia adotta con notevoli benefici sia per gli assistenti che per i malati. Strumentazioni che aiutano a lasciare ampi spazi di autonomia, dando maggiore sicurezza e permettendo un potenziamento del monitoraggio medico. La Domenighini ha portato ad esempio uno strumento che monitora gli spostamenti delle persone senza l’utilizzo di telecamere, permettendo così un controllo senza intaccare la privacy.
Esistono anche tecnologia per effettuare visite online con un medico in remoto, permettono di poter far visitare il malato in breve tempo da casa.
Dopo la prima parte illustrativa è stato dato spazio alle testimonianze, prima con diverse video-interviste e poi con la testimonianza di Tosca Giovanoli e della sua esperienza con sua madre, Tina Wazzau Pedrini che ha un percorso molto lungo, venti anni con la malattia d'Alzheimer. Tosca ha raccontato dalle prime avvisaglie della malattia, della diagnosi a soli 57 anni, dell’impegno del padre nella cura e nel sostegno nella vita quotidiana, fino ad arrivare ad oggi dove è allettata a casa della Tosca e seguita dal servizio Spitex.
Tosca ha paragonato la vita che ora fa la madre ad un fiore che è sempre nel posto dove lo metti, ma è bello e per rimanere bello ha bisogno di molta cura e amore.