Ripercorrendo con Maja Bischoff-Pool l'anno di celebrazioni de “La Stria” e la festa conclusiva tenutasi sabato 8 novembre nella palestra di Vicosoprano, le vengono in mente i preparativi di un matrimonio: all'ultimo minuto c'è chi siede al tavolo sbagliato, a qualcuno si è macchiato il vestito bisogna a recuperare uno zio che non si ricordava fosse oggi il giorno.
È con allegria, con voglia di scherzare e con grande soddisfazione che le tante giornate organizzate nel 2025 per i 150 anni dalla pubblicazione del testo in bregagliotto si sommano a questa giornata. Chiunque abbia avuto voglia ha trovato spazio per celebrare Giovanni Andrea Maurizio e il ritratto che ha fatto della Valle. L'opera ha riunito chi l'ha vissuta in Bregaglia ed ha gli strumenti per leggerla, per recitarla, per riconoscersi nel dialetto: bambini della scuola dell'infanzia, studenti di secondaria, storici, artisti, disegnatori e musicisti. Chi l'ha sempre venerata, chi l'aveva letta ma tanto tempo fa: molti, con l'occasione, l'hanno tirata giù dallo scaffale e letta per intero per la prima volta.
Pur essendo stata rivoltata come un calzino, la tragicommedia bregagliotta ha ancora tanto da dire. Nell’ intento degli organizzatori c'era proprio questo: non un'operazione nostalgica ma uno slancio verso appassionati futuri, con la rinata voglia di “stüeda” per stare insieme e raccontarsela un po’ su.
Ci tiene Maja a sottolineare l'importanza di tutte le persone dietro le quinte senza le quali la Fondazione Gaudenzio e Palmira Giovanoli, il Comune e gli enti coinvolti non avrebbero potuto ottenere tanto. Chiedendole se non trova che le celebrazioni abbiano sdrammatizzato l’aura quasi sacra che circondava “La Stria”, la coordinatrice spiega che di base è stata data ai partecipanti carta bianca e l'intenzione di non rimuginare o rinvangare ruggini e dunque ha prevalso il piacere di far festa, come un tempo, come da ragazzi.