A volere portare al pubblico bregagliotto domenica scorsa, The Hearing, lungometraggio della regista svizzera Lisa Gerig, è stata la sorella Hanna, residente ormai da diverso tempo in Bregaglia. Il film è stato proiettato in una sala della Villa Garbald di Castasegna. Hanna ha dato il benvenuto ai tanti presenti in sala e ha introdotto il docu-film diretto e prodotto dalla sorella Lisa.
Lisa Gerig con questo lavoro fa entrare lo spettatore all’interno e nel mezzo dei colloqui che la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) tiene nei suoi uffici per accordare o respingere le richieste di asilo. La Gerig, ha chiesto a quattro richiedenti asilo di rivivere le loro udienze. Si tratta di quattro persone con storie diverse, che durante i loro colloqui hanno dovuto ripercorrere le loro storie personali con ricordi spesso traumatici. Uno di loro descrive la sensazione provata cosi: «Devi raccontare loro tutto di te, sei nudo davanti a loro. E poi la persona che ti ha tolto i vestiti non te li restituisce. Ti mandano semplicemente in città ad aspettare il loro verdetto».
La prima parte del film rivive questi quattro colloqui, che sono a tutti gli effetti dei confronti tra opposti, da una parte c’è l’occidente che deve rispondere alla necessità di un approccio oggettivo scevro di ogni emozione ed empatia, e quindi dedito a seguire in ogni modo un protocollo a cui demandare ogni decisione e responsabilità e dall’altra invece persone a cui è richiesto uno sforzo emozionale e una prova emotiva dalla quale dipenderà tutto il loro destino. Ma il film non finisce qui e nella seconda parte propone l’improponibile e cioè il cambio di posto, l’interrogatore diventa il richiedente d'asilo e il funzionario si trova nell’imbarazzo della risposta a domande quanto mai lecite che sono le seguenti: "Come ci si sente ad avere il potere di decidere del destino di altre persone? Sei sicuro di poter dire se una storia è vera o falsa?”
Questo film mette al meglio in evidenza i limiti di un sistema spesso troppo burocratico e che riduce l’empatia al minimo. Durante la discussione finale sono stati questi i temi presi in esame. Molti i complimenti alla regista e agli attori per la loro capacità di reinterpretarsi, presente alla discussione finale oltre alla regista anche una richiedente asilo.