Autorialità e (ri)traduzione dei classici

Dal 4 all’11 novembre la Val Bregaglia ospiterà dodici traduttrici che animeranno il Laboratorio italiano.
05.11.2025
3 min
Una pagina di un dizionario aperto, con testo in carattere piccolo e scritte fitte su entrambi i lati.

Venerdì 7 novembre alle ore 20, presso Villa Garbald, si terrà l’incontro Autorialità e (ri)traduzione dei classici, dedicato alla traduttrice francesista Margherita Botto e organizzato dalla Casa dei traduttori Looren e dalla sezione Bregaglia di Pro Grigioni italiano con il sostegno e l'ospitalità della Fondazione Garbald – Centro seminari Villa Garbald (Castasegna).

Dal 4 all’11 novembre la Val Bregaglia ospiterà, come da tradizione ormai decennale, dodici traduttrici che animeranno Laboratorio italiano, programma di formazione continua rivolto a chi traduce letteratura da e verso la lingua italiana. Il programma, giunto alla sua 22esima edizione è promosso dalla Casa dei traduttori Looren, residenza internazionale con sede nel Canton Zurigo, in collaborazione con Pro Grigioni italiano e la Fondazione Garbald. L'evento pubblico che accompagnerà, come di consueto, l'appuntamento autunnale di Laboratorio italiano sarà dedicato al tema dei classici antichi e moderni e segnerà anche uno dei festeggiamenti conclusivi per i venti anni di attività della Casa dei traduttori Looren.

Per l’occasione Adriana Orlandi, linguista, docente e ricercatrice universitaria, condurrà l’incontro Autorialità e (ri)traduzione dei classici presentando al pubblico la figura di Margherita Botto, traduttrice rigorosa e raffinata, colta e briosa, già ospite nel 2015, insieme a Gianfranco Orsi, della primissima edizione multilingue del laboratorio, allora dedicata alla traduzione del genere giallo.

Il lavoro del traduttore editoriale consiste nell’offrire la sua personale lettura e interpretazione del testo di partenza, ragion per cui è a sua volta riconosciuto a tutti gli effetti come autore. Ma come si esplica la sua creatività? E cosa succede quando a essere tradotto è un classico? Adriana Orlandi cercherà di fornire qualche possibile risposta a partire da alcune traduzioni di Margherita Botto, mettendole in dialogo con quelle di altri nomi autorevoli, quali Camillo Sbarbaro e Gianni Celati. In particolare, prenderà spunto da due grandi classici della letteratura francese, Le Comte de Montecristo di Alexandre Dumas e La Chartreuse de Parme di Stendhal, nonché da un classico della narratologia come Les genres du discours di Tzvetan Todorov.

Margherita Botto è stata docente di Lingua e Letteratura francese in varie università italiane e si è dedicata alla traduzione sin dalla fine degli anni Settanta. Tra i suoi autori: Fernand Braudel, Emmanuel Carrère, Alexandre Dumas, Marc Fumaroli, Jonathan Littell, Stendhal, Laurent Binet, Fred Vargas e molti altri. Il Fondo Botto, istituito con il suo lascito, è tra i principali finanziatori delle attività di Laboratorio italiano.

Adriana Orlandi, docente di Linguistica e Traduzione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, è ricercatrice di Lingua, Traduzione e Linguistica francese e i suoi studi si concentrano da un lato sulle relazioni tra semantica e sintassi, dall’altro sulla problematica dell’intraducibile.

Al termine dell’incontro la Fondazione Garbald offrirà un aperitivo in Villa Garbald.