Art 31, diritto dei minori ad una vita culturale e artistica

Creatività, abilità sociali, emotive e fisiche, autostima e capacità di risolvere problemi derivano dal tempo libero, dal gioco, dal riposo e dalle attività ricreative proprie dell'età. Questi non sono meno necessari di una casa o di che sfamarsi.
26.11.2025
2 min
Un palcoscenico illuminato da luci blu, con due performer in costumi artistici che danzano. Un pubblico vario osserva con attenzione. Sullo sfondo, un'ambientazione scenografica è visibile.

Dopo un cammino tortuoso iniziato nel 1924 con la Carta dei bambini, stipulata dalla Società delle Nazioni, il 20 novembre 1989 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti dell'infanzia.

Leggere il trattato ratificato da tutti gli Stati del mondo con l'unica eccezione degli Stati Uniti fa venire da piangere. Inevitabile il pensiero per quei minori a cui tutto ciò che dovrebbe essere garantito viene intenzionalmente tolto. Forte il bisogno, da sempre, di proteggere i minori dalla cinica visione di un fanciullo come un potenziale nemico, dal criminale intento di alterarne i geni tramite stupro etnico o eugenetica, dal tentativo di cancellarne la cultura scegliendo per loro il tipo di educazione, l'ambiente sociale o lo stile di vita più adatto.

Elena Preda, nel presentare lo spettacolo pensato per la Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia, ricorda che tra i 54 articoli presenti c'è il diritto al riposo e al tempo libero, il diritto di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
Da anni la Pgi promuove, per ricordare questo diritto apparentemente secondario rispetto all'urgenza dei diritti necessari alla salute, alla formazione e alla sicurezza, uno spettacolo.

Quest'anno è toccato al Gruffalò, lui pure festante: cade quest'anno il venticinquesimo anniversario dalla pubblicazione del libro di Julia Donaldson, tradotto in più di 30 lingue, con le fortunate illustrazioni di Axel Scheffler. Per piccini che si sia, le risorse presenti in noi possono svolgere al meglio ciò che fa presagire solo guai.

Con trovate divertenti, utilizzo delle ombre e conoscenza dell'animo umano si può sfruttare a nostro vantaggio ciò che capita per scrivere un finale a lieto fine. Ciò che sembra una condizione sfavorevole può, con l'aiuto della fantasia, diventare un punto di forza.
Per i bambini è più facile, gli adulti devono ricordarsi come si fa.