Vita di Gran Consiglio
//tratto da Il Grigione Italiano\\
Nella nostra consueta intervista a Maurizio Michael, approfondiamo un aspetto della vita dei deputati, ossia tutti i passaggi che precedono la discussione in aula.
Nella sessione di ottobre del Gran Consiglio grigione, si è discusso di scuole e di pianificazione territoriale, e per la prima volta le sedute sono state trasmesse in diretta streaming. Un tema che ha impegnato molto i parlamentari è stato quello della pianificazione del territorio, una legge che ogni cantone ha dovuto emanare in osservanza della legge federale varata nel 2014. Si tratta di un tema complesso, che non tutti possono dire di saper maneggiare con padronanza.
Maurizio Michael, come si preparano i granconsiglieri a temi così complessi e settoriali?
In generale posso dire che di solito quando ci sono leggi importanti, con revisioni totali o revisioni parziali pesanti, il processo parte molto prima. E va seguito dall’inizio, val la pena approfondire e interessarsi. In particolare sulla pianificazione territoriale posso dire come mi sono preparato io. Innanzitutto già prima di occuparmi della legge vera e propria, diversi anni fa, poco dopo l’approvazione della legge federale ho partecipato a vari momenti di approfondimento e di riflessione con referenti scelti, gente che rappresenta la società civile, sindaci, parlamentari, esperti di pianificazione. Già da sindaco mi ero occupato di pianificazione, e anche dopo mi sono occupato di modelli di sviluppo. In seguito sono stato uno dei componenti di un gruppo traccia, costituito dall’Ufficio cantonale della pianificazione, per vedere se la strategia elaborata poteva essere percorribile: abbiamo dedicato varie giornate di lavoro per valutare l’orientamento del Cantone sulla base della nostra esperienza.
Quindi la costruzione di una legge inizia presto e anche al di fuori delle attività del Gran Consiglio.
Sì. Poi inizia il processo più propriamente politico. Di solito il Governo prepara una bozza, una proposta, che viene mandata in consultazione (molto prima di arrivare in Gran Consiglio), quindi c’è una sorta di consultazione pubblica, a cui vengono invitati comuni, organizzazioni ambientaliste, chiese, partiti politici ecc.. Il Governo chiede a tutti cosa va bene e cosa no, e raccoglie le opinioni, per valutare cosa è sostenibile e vedere se ci sono problemi che nella prima fase gli erano sfuggiti. Anche il Comune di Bregaglia ha preso posizione in merito alla legge sulla pianificazione territoriale.
In questa fase, di solito i partiti costituiscono al loro interno dei comitati che comprendono i membri delle commissioni e altre persone per elaborare le prese di posizione ufficiali dei partiti politici.
Su questa base, tenendo conto delle varie posizioni espresse, il Cantone prepara il testo della legge e il messaggio (quel libretto che poi va in Gran Consiglio), messaggio che è la base per le discussioni nella commissione competente, che in questo caso era la Commissione per l’ambiente, i trasporti e l’energia, e nelle frazioni. Il messaggio è molto ricco, contiene anche un riassunto delle posizioni espresse dai vari soggetti ascoltati. Il granconsigliere ha dunque questi strumenti per prepararsi.
Di fatto, mi sembra di capire, un deputato deve dedicare tempo ed energie anche al di fuori delle sedute in aula, e anche al di fuori dei vari incontri che si svolgono intorno alla sessione, per conoscere la materia che si andrà a trattare.
Giusto. Un secondo livello di preparazione avviene nella commissione competente, i cui membri esaminano il disegno di legge. Alle riunione della commissione partecipa il consigliere di stato e gli esperti degli uffici cantonali del dipartimento di riferimento. E la commissione può chiedere al Governo di valutare delle alternative. La Commissione, nel nostro caso della pianificazione territoriale del Cantone, ha fatto tre sedute di un giorno intero. Il verbale del suo lavoro, con il messaggio del Governo, viene discusso nelle frazioni, ossia nei gruppi parlamentari, dove ognuno decide che posizioni prendere. Non sempre infatti si raggiunge una posizione unica del partito. Noi liberali abbiamo fatto un giorno intero di discussione, più un altro incontro di aggiornamento sui cambiamenti che nel frattempo erano stati apportati al disegno di legge.
Hai parlato del Comune di Bregaglia. Eri al corrente della sua presa di posizione?
La presa di posizione del Comune, come accade normalmente, mi era già stata recapitata per informazioni in occasione del suo inoltro. Prima di andare all’incontro di frazione, trattandosi di una tematica importante per i Comuni, ho avuto un colloquio con il Municipio, dove abbiamo ripassato insieme il messaggio, tenendo conto della presa di posizione del Comune, vedendo se c’erano punti da sostenere nell’interesse del Comune di Bregaglia. Durante la riunione della frazione io avevo con me tutti questi documenti: il messaggio del Governo, il verbale della Commissione, la presa di posizione del Comune, . la presa di posizione del mio partito ecc. E ho presentato la mia posizione. Nella nostra frazione c’erano opinioni discordanti, ovviamente, provenendo da comuni diversi con interessi diversi.
A questo punto, un’opinione sulla legge te l’eri fatta. Dunque eri pronto per andare in aula, giusto?
Come terzo passo, il tutto viene discusso in sessione plenaria di Gran Consiglio, e poi si vota la legge articolo per articolo.
Abbiamo parlato tanto di procedura, ma alla fin fine cosa pensi di questa legge?
Quando si parla di edificazione, a monte c’è una domanda: quanto lo «spazio pubblico» è privato e quanto è pubblico? Su un terreno privato c’è aria, e quella è pubblica. Sostenere che il terreno edificabile è mio e deve esserlo a vita può essere anche visto come un’ingerenza nello spazio pubblico. È come uno che costruisce una casa come gli pare, senza tener conto del luogo, del paese in cui si trova. La sua costruzione può diventare un danno al luogo se non sono rispettati dei criteri specifici. Inoltre, il terreno è definito come edificabile in primo luogo per poter permettere uno sviluppo e non per fermarlo. Detenere un terreno edificabile accanto alla propria casa per non avere vicini, come spesso accade, non corrisponde allo scopo delle zone e non è nell’interesse pubblico.
Succede anche in Bregaglia che alcuni terreni privati non vengano venduti, anche se c’è chi vorrebbe comprare e costruire. Ma qual è lo spirito della nuova legge?
La legge federale vuole che in Svizzera non aumenti il terreno edificabile. Il nostro Cantone ha, in alcuni luoghi, molto terreno edificabile fermo, e poco terreno (inferiore alla richiesta attuale) in altri luoghi. La legge federale pone le basi, definisce come fare per cedere la riserva ai luoghi dove non c’è. E inoltre promuove la costruzione verso l’interno, cioè l’intensificazione della costruzione, degli insediamenti, per esempio, incoraggia a costruire verso l’alto, per occupare meno terreno. Nel caso dei paesi, incoraggia a costruire nei nuclei. Qualcuno nel partito liberale vede tutto questo come un’ingerenza molto forte nella proprietà privata, e critica il fatto che la legge cantonale è più restrittiva di quanto chiede la Confederazione.
E tu quali punti critici vi trovi?
Io ho parlato dell’aspetto finanziario. Infatti mi sembra poco corretto dire che il cantone «presta» 80 milioni al fondo per i terreni, quando non è affatto sicuro che quei soldi rientreranno. I Comuni vi verseranno i soldi quando incasseranno dai privati le tasse per l’azzonamento dei loro terreni (il passaggio da terreno agricolo a terreno edificabile), ma al tempo stesso preleveranno il denaro per le relative spese. E non siamo affatto sicuri sui tempi.
Inoltre, ho chiesto al Consigliere di stato Parolini una dichiarazione da mettere a verbale, nella quale si dica che i comuni che oggi devono dezonare (come è il caso, per esempio, del Comune di Bregaglia), possano, in caso di condizioni mutate, azzonare senza difficoltà, senza troppe procedure burocratiche, senza essere vincolati dalla scadenza dei 15 anni (quando si farà la nuova valutazione). E non voglio che il Cantone indirizzi altrove persone o imprenditori interessati a costruire in un determinato comune. A scanso di equivoci, è bene dire che le regole decise si riferiscono a terreni edificabili per abitazioni, non per capannoni industriali e artigianali né per strutture alberghiere e turistiche.
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