Al lavoro per i ragazzi
//tratto da Il Grigione Italiano\\
All’appuntamento autunnale del Laboratorio italiano sono convenute 12 traduttrici di letteratura per l’infanzia, con Simona Mambrini e Anna Rusconi nel ruolo di «facilitatrici». Il seminario è promosso dalla Casa dei traduttori Looren, che ha sede nel Canton Zurigo.
Numerosissime sono le candidature pervenute alla Casa dei traduttori Looren per partecipare, completamente spesati, a una settimana di lavoro collettivo nel complesso Garbald a Castasegna. Al Laboratorio italiano, che si trova al suo secondo triennio di attività, ogni persona porta il proprio lavoro in corso e condivide con le altre strategie e stratagemmi di traduzione, nonché difficoltà e peripezie. L’intensivo lavoro, collettivo e personale, si è svolto dal 23 al 30 ottobre 2018, una settimana iniziata con il sole e il caldo e terminata con pioggia torrenziale e la chiusura della strada del Maloja per neve.
Il laboratorio aperto
Non si ritirano in una torre d’avorio le traduttrici che prendono parte al Laboratorio italiano, anzi. È inserita, nel loro ordine dei lavori, anche una sessione aperta al pubblico. Un grande onore, e una bella occasione, per chi non è del mestiere, poter partecipare a pieno titolo a un incontro di professioniste della traduzione. Quest’anno il pubblico ha potuto accedere alla presentazione del libro Rotten Island, di William Steig, da parte di colei che lo sta traducendo, Daniela Magnoni. Un libro illustrato, con poco testo ma tanti giochi di suoni con le lettere e le sillabe che danno un andamento quasi poetico allo scritto. «Ai bambini – ha spiegato la traduttrice – piaceva il linguaggio per la sonorità, anche se non capivano tutte le parole.» Come rendere tutto ciò in un’altra lingua? Ecco la sfida di questa traduzione. Situazione normale, poiché ogni traduzione ha le sue difficoltà. Ma per chi si appassiona, il lavoro rivela anche aspetti molto divertenti.
La serata di laboratorio aperto, che si è tenuta la sera del giovedì nel Roccolo del complesso Garbald, è stata introdotta da Monica Mutti a nome della Casa dei traduttori Looren. Mutti ha ringraziato Siska e Arnout, gestori della casa, «per la meravigliosa atmosfera che sanno creare» e «per le loro prelibatezze», ha ringraziato Anna Rusconi e Marina Pugliano che da quattro anni organizzano il Laboratorio italiano, e ha ringraziato i sostenitori del progetto: l’Ernst Göhner Stiftung, la Fondazione Garbald, la Pro Grigioni italiano e la Pro Helvetia, di cui era presente Ana Albom, che in Pro Helvetia si occupa della letteratura svizzera in italiano.
La sorpresa
Presente all’incontro, ha atteso la chiusura della sessione di lavoro per fare una richiesta. Gian Andrea Walther, custode dell’Archivio storico di Bregaglia, ha estratto dalla cartella un dattiloscritto in lingua inglese, che gli è stato recentemente consegnato da una discendente di certo Silvio Spargnapani, emigrato da Castasegna. Figlio di Giuseppe Spargnapani e di Catarina nata Vincenti, nato nel 1882, Silvio Spargnapani ha scritto una biografia, 60 Years of my Life, e il responsabile dell’Archivio ha chiesto se il Laboratorio italiano sarebbe disposto a provvedere a una traduzione. Entusiasta la reazione di Anna Rusconi, che ha subito accolto la richiesta, mostrando grande interesse sia per i contenuti della biografia sia per la nuova opportunità di collaborazione in Bregaglia.
L’incontro con l’autore
Anziché a Stampa nella caratteristica stüa del Museo, l’incontro con Alberto Pellai di domenica pomeriggio si è svolto nella sala comunitaria di Castasegna, a causa delle forti piogge che hanno indotto le organizzatrici a non rischiare di rimanere intrappolate fra un’eventuale frana a Bondo e il già chiuso Passo del Maloja. Proprio la chiusura del Passo aveva costretto Beatrice Stoll, presidente del Comitato dell’associazione Casa dei traduttori, ad anticipare la sua partenza, e a viaggiare, per tornare a Zurigo, con la linea ferroviaria prima in Italia e poi attraverso il Ticino.
Intervistato da Simona Mambrini, Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, autore di libri per genitori, educatori, ragazzi e bambini ha descritto la sua «narrativa psicologicamente orientata», sostenendo che ogni persona è fatta di storie, e l’equilibrio non è nel sapersi controllare, ma «nell’elaborare buone narrazioni di noi stessi e di quello che ci succede». Ha inoltre affermato che raccontando le proprie storie e ascoltando le storie degli altri si crea la cultura.
Convinto sostenitore dell’importanza di leggere a tutte le età, ha spiegato che attraverso la lettura il cervello si allena, proprio come i muscoli si sviluppano con la palestra. L’età critica è fra gli 11 e i 15 anni, quando la parte emotiva del cervello si sviluppa a grandi passi, mentre il cervello cognitivo rimane immaturo. I ragazzi e le ragazze di quell’età vanno così alla ricerca del piacere, e certo è meno faticoso guardare un video che leggere un testo. Pellai è convinto che bisogna insistere e non lasciare che gli adolescenti abbandonino la lettura, perché poi difficilmente la riprenderanno.
Nelle scuole
Il lunedì mattina, per i bambini e i ragazzi delle scuole di Bregaglia e per una classe dell’Istituto Bertacchi di Chiavenna, Alberto Pellai e Barbara Tamborini (coautrice e moglie) hanno presentato alle elementari il testo Piccolo Genio e alle classi di secondaria, a Stampa, il romanzo Ammare.
Per i più piccoli si è parlato del seme del talento, che ciascuno ha dentro di sé. I due autori, in maniera giocosa e consona al pubblico che avevano di fronte, hanno fatto riflettere ciascun bambino sulle proprie innate potenzialità, sottolineando come queste siano soltanto una piccola percentuale del raggiungimento di un grande successo: il resto arriva grazie alla passione e a un costante impegno. Insieme hanno inventato una filastrocca ad hoc.
Con i ragazzi più grandi si è parlato invece di un tema delicato e sempre attuale: la migrazione. La parola chiave da cui si è partiti è l’accoglienza. Agli alunni è stato chiesto di riflettere sulle proprie esperienze personali e in molti hanno raccontato quando si sono sentiti accolti o quando invece non è successo. Alberto Pellai e Barbara Tamborini hanno parlato del flusso migratorio, di qualsiasi genere, come un’acqua che scorre e che non va fermata, ma incanalata nella giusta direzione per trasformarla in una preziosa risorsa.
La collaborazione tra le scuole medie Bertacchi di Chiavenna e quelle di Stampa e Vicosoprano è stata un’esperienza arricchente che la Pgi Bregaglia e i docenti si sono ripromessi di ripetere.
Silvia Rutigliano
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La filastrocca inventata da Alberto Pellai con i bambini
Il talento è come un seme piccolino
piantato nella vita di ogni bambino.
Quel seme può crescere e diventare un gigante,
è come nello zoo quando vedi un elefante.
Coltiva il tuo talento, fai fiorire il tuo giardino,
non trattarlo come fosse un banale giochino.
Ognuno fa brillare i suoi talenti come stelle,
e la vita sarà come a carnevale le frittelle.
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