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La transizione energetica è sostenibile oppure perfida?

8 ottobre 2018

//riceviamo e pubblichiamo\\
Le conclusioni del Convegno svoltosi a Salecina a fine settembre.

La politica energetica svizzera oggi come oggi insegue mete sbagliate. Essa continua a fissarsi su energia nucleare e fossile e sulla costruzione d’impianti idroelettrici nuovi. La Confederazione, invece, per la sua politica energetica deve mettere in primo piano l’energia solare come soluzione a costi contenuti. Su tetti, zone industriali e lungo le autostrade, ci sono spazi sufficienti per installare pannelli solari e coprire il fabbisogno della Svizzera senza andare a intaccare il paesaggio libero con costruzioni nuove.

La futura erogazione di corrente elettrica deve garantire che tutte e tutti possano essere forniti di corrente a condizioni sociali accettabili e che la corrente prodotta localmente e decentralizzata possa essere controllata democraticamente. Per questo motivo non vediamo di buon occhio i piani a favore di un’ulteriore liberalizzazione del mercato della corrente elettrica.

Anziché costruire in modo illimitato impianti per la produzione di energie rinnovabili, chiediamo di ridurre a zero il consumo di energie derivanti dal nucleare o dalle energie fossili. Questo passo è imprescindibile per fermare il riscaldamento globale. Anche le energie rinnovabili vanno utilizzate con parsimonia ed efficienza; non è pensabile di circolare con lo stesso numero di autovetture come oggi, solamente a propulsione elettrica. La costruzione della nuova diga nel Trift, nell’Oberland Bernese, è superflua.

È possibile una vita di qualità con un consumo energetico notevolmente minore.

Le partecipanti e i partecipanti del Convegno energetico a Salecina del 2018

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