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Dialett in sacocia

12 ottobre 2017

Lezione alla Ciäsa Granda, il museo di Bregaglia a Stampa. Ospitato in un edificio patrizio della seconda metà del XVI secolo, oltre agli spazi dedicati alla storia della valle, presenta anche una sala con opere dei celebri artisti Giacometti e di Varlin.

Questa lezione è stata registrata proprio il giorno prima della frana di Bondo, che ha sconvolto la vita della valle e dei suoi abitanti. È per questo che non troverete cenno di questo strappo, di questa ferita che segnerà un prima e un dopo per la Bregaglia. L’allieva Isabella Visetti e il maestro Nicola Ferretti la propongono ora, quando la situazione sta lentamente tornando alla normalità, anche come invito a scoprire o riscoprire la valle Bregaglia, il suo museo etnografico, i suoi grandi artisti, la sua storia, le sue tradizioni, ma soprattutto il bregagliotto, il “bargaiot”, un dialetto molto musicale, con espressioni vivide e sorprendenti.

Questa vivacità e ricchezza linguistica la confermano i tre ospiti che partecipano alla lezione di oggi, tre bregagliotti che però parlano tre dialetti con sfumature diverse, perché qui la grande distinzione è fra i dialetti di Sottoporta e quelli di Sopraporta, che è una sorta di “confine” non solo linguistico della valle.

Bruna Ruinelli e Menga Negrini, rispettivamente presidente e membro di comitato della Società culturale Bregaglia, proprietaria del museo, raccontano quello che è custodito nelle sue sale, mentre Carlo Tam, fabbro di professione e figlio d’arte, presenta la bottega del fabbro ricostruita fedelmente nel museo, spiegando com’era un tempo  il lavoro del “farrair”.

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