Iniziativa contro l’italiano a scuola
//comunicato stampa\\
La Pro Grigioni Italiano non si arrende. Nella giornata di mercoledì 3 maggio, dopo un lungo dibattimento e con una netta spaccatura del collegio giudicante, la prima Corte di diritto pubblico del Tribunale federale ha rigettato il ricorso presentato da alcuni cittadini sotto l’egida della Pgi contro l’iniziativa popolare «Per una sola lingua straniera nella scuola elementare».
I giudici federali hanno così confermato il verdetto del Tribunale amministrativo cantonale dei Grigioni e dunque parallelamente sconfessato il precedente voto del Gran Consiglio retico, che con un’ampia maggioranza, nell’aprile 2015, aveva dichiarato l’iniziativa nulla, perché in più punti contraria al diritto superiore federale e cantonale.
Si sperava oggi di chiudere definitivamente la lunga parentesi d’incertezza apertasi nel maggio 2013, quando aveva preso avvio la raccolta delle firme per il deposito di questa iniziativa che, sotto le mentite spoglie di ragioni di carattere pedagogico, chiede l’esclusione dell’italiano e del romancio dalle scuole primarie del Grigioni tedescofono, lasciandovi il solo inglese, mentre al contrario – per italofoni e romanciofoni – dovrebbe rimanere il solo studio obbligatorio del tedesco.
Con sconcerto e delusione la Pgi – attiva fin dall’inizio contro questa pericolosa iniziativa – prende atto che i giudici federali non abbiano oggi voluto chiudere questa parentesi d’incertezza. La spaccatura della corte giudicante mostra tuttavia chiaramente che i principali punti giuridici sollevati dalla Pgi – il principio della parità di trattamento e il divieto di discriminazione sulla base della lingua ancorati all’articolo 8 della Costituzione federale, nonché il principio dell’equivalenza delle lingue grigioni definito dall’articolo 3 della Costituzione cantonale – restano validi al di là del verdetto odierno.
Cionondimeno, la stessa sentenza emessa quest’oggi dal Tribunale federale mette anche a nudo la grave carenza di tutela delle minoranze linguistiche nazionali nell’attuale legislazione federale e cantonale: disposizioni giuridiche che sino a ieri potevano essere ritenute sufficienti per garantire la non discriminazione delle minoranze e una pacifica convivenza tra le comunità linguistiche, non lo sono più quest’oggi e per i giorni a venire. Come accennato da alcuni giudici, la materia è senz’ombra di dubbio politicamente sensibile: spetta dunque ora alla stessa politica porre rimedio alle lacune giuridiche che la maggioranza dei giudici federali ha riscontrato e che ha impedito di emettere una sentenza di diverso tenore.
Per questi motivi la Pgi non si arrende affatto al verdetto odierno ed è, anzi, ancor più motivata di ieri nella difesa dei principi che giustificano la sua esistenza ormai da cento anni e il sostegno alla sua attività da parte della Confederazione e del Cantone. La lotta continuerà anzitutto sul piano politico.
Il Governo sarà infatti ora costretto (per la fine dell’anno o per il primo semestre del 2018) a presentare al Parlamento grigione un messaggio per l’applicazione dell’iniziativa. La Pgi si batterà sicuramente perché Governo e Parlamento raccomandino il rigetto dell’iniziativa sottoposta al voto e in seguito mobiliterà la popolazione – quella grigionitaliana in primo luogo – a favore del “no”.
Parallelamente la Pgi veglierà anche affinché il progetto d’applicazione dell’iniziativa proposto dal Governo rispetti in maniera comprovabile e priva di compromessi il diritto federale in materia d’istruzione, che prevede il raggiungimento di competenze equiparabili in due lingue straniere, di cui almeno una lingua nazionale, alla fine della scolarità obbligatoria. L’estrema difficoltà, anche se non ancora l’impossibilità, di una siffatta applicazione dell’iniziativa popolare è stata peraltro posta in luce tanto dal Tribunale amministrativo cantonale quanto dal Tribunale federale: difficoltà organizzative pressoché insormontabili, costi altissimi, penuria di docenti abilitati e difficoltà a formarne di nuovi per entrambi i livelli della scolarità obbligatoria.
A questo proposito, qualora l’iniziativa dovesse superare il voto popolare, la Pgi si riserva di accogliere il suggerimento espresso tra le righe ma in maniera riconoscibile da alcuni giudici che pure oggi si sono espressi a favore del rigetto: il discorso odierno riguardava infatti la sussistenza di ragioni d’incostituzionalità palesi «che saltano agli occhi» sulla base di un esame sostanzialmente astratto del testo dell’iniziativa; i giudici federali non hanno al contrario escluso che l’applicazione materiale dell’iniziativa possa violare il diritto superiore e perciò essere sottoposta a un ulteriore esame da parte dei tribunali, questa volta con un margine di manovra maggiore, non più necessariamente fondato su violazioni manifeste del diritto sovraordinato.
Non da ultimo la Pgi si batterà con tutte le sue forze presso le istanze politiche federali perché, abbandonando gli indugi, esse si mettano attivamente in moto per risolvere il problema dell’insegnamento delle lingue nazionali in tutta la Svizzera: a fianco dell’odierna sentenza del Tribunale federale riguardante il Cantone dei Grigioni, non bisogna infatti dimenticare che la questione tocca oggi diverse parti della Svizzera, come possono dimostrare la decisione odierna del Gran Consiglio del Canton Turgovia di eliminare l’insegnamento del francese nelle scuole primarie oppure la prossima votazione sullo stessa tema prevista nel Canton Zurigo.
Oggi il Tribunale federale non ha sconfessato, come si sperava, il pernicioso verdetto emesso a Coira. Per le minoranze linguistiche grigioni si è combattuta la «buona battaglia», ma la corsa non è terminata. La Pgi continuerà ad impegnarsi con tutte le armi a disposizione in difesa delle minoranze linguistiche e di tutti coloro che in Svizzera e nei Grigioni amano il romancio e l’italiano.
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