«Echi delle Alpi: ambiente e tradizioni»
Rassegna cinematografica imperniata sulla montagna. Proposta all’Ecomuseo Mu.Vi.S. a Campodolcino.
Ottava edizione della rassegna cinematografica «Echi delle Alpi: ambiente e tradizioni» all’Ecomuseo Mu.Vi.S. Campodolcino dal 12 al 15 luglio. Un programma di quattro serate con sette titoli tra documentari e opere di finzione, a cura del critico cinematografico valchiavennasco Nicola Falcinella.
Ancora una volta la proposta affronta i temi più legati alla vita in montagna. I film proposti abbracciano l’area dal Piemonte al Friuli, comprese Lombardia, Svizzera e Trentino, tra storiche imprese di esploratori, valli riscoperte, tradizioni, attrazioni turistiche e questioni sempre molto attuali come quella dell’acqua. L’unica eccezione all’area alpina è il cortometraggio di finzione La slitta di Emanuela Ponzano, girato sulle montagne della Basilicata.
Il recentissimo Sul trenino rosso. Un passeggero inaspettato di Filippo Fagioli, è un viaggio sul celebre treno del Bernina «in compagnia» del suo progettista. È anche il film cui spetta il compito di inaugurare la rassegna. A seguire sarà proiettato I custodi dell’acqua di Giulio Squarci che affronta la delicata questione della gestione delle acque esaminando il caso della Carnia, non dissimile da quello delle altre aree alpine.
La seconda serata compirà un salto all’indietro di un secolo per ripercorrere l’impresa dell’aviatore Geo Chavez, il primo a scavalcare le Alpi in aereo nel 1910, nell’emozionante Più in alto delle nuvole di Valla. Subito dopo La slitta ci porta nell’Italia di oggi, alla montagna quasi abbandonata ma anche alla presenza di ragazzini d’origine straniera.
La serata di giovedì è dedicata alle tradizioni con Mascherate e riti nell’inverno del Trentino del sociologo e antropologo Michele Trentini.
La conclusione venerdì 15 luglio porterà gli spettatori in Piemonte con due storie. La valle ritrovata di Erica Liffredo è un viaggio vicino a casa compiuto dalla stessa regista, che si è messa sulle tracce di un fotografo americano per riscoprire una valle del Cuneese che era stata pressoché abbandonata.
Infine La Barma di Fredo Valla, l’incontro con gli ultimi testimoni della società rurale alpina fatta scomparire dallo spopolamento degli anni ’50 e ’60.
Come negli anni precedenti, il ciclo di film è l’occasione per vedere lavori che hanno una circuitazione limitata, per discuterne e confrontarsi e per riflettere sui diversi aspetti della vita nel mondo alpino, di osservarne le trasformazioni, di ricordarne gli usi e di conservarne la memoria. Un puzzle di immagini che si compone nell’insieme dei sette lavori selezionati.
Programma
Martedì 12 luglio
Sul trenino rosso. Un passeggero inaspettato (2016, 43′) di Filippo Fagioli
I custodi dell’acqua (Italia, 2015, 60’) di Giulio Squarci
Mercoledì 13 luglio
Più in alto delle nuvole (2015, 53′) di Fredo Valla
La slitta (2016, 20′) di Emanuela Ponzano
Giovedì 14 luglio
Mascherate e riti nell’inverno del Trentino (2015, 60’) di Michele Trentini
Venerdì 15 luglio
La valle ritrovata (2015, 54′) di Erica Liffredo
La Barma (2013, 40′) di Fredo Valla
Le schede dei film
Sul trenino rosso. Un passeggero inaspettato (2016, 43′) di Filippo Fagioli
Tra documentario e finzione, il percorso del celebre trenino rosso del Bernina, da Tirano a St. Moritz. Una giovane turista di oggi incontra, a bordo della carrozza d’epoca anni ‘50 “Bucunada”, un viaggiatore inaspettato, l’ingegnere locarnese Erwin Thomann, uno dei progettisti della linea entrata in funzione nel 1910. Il film mostra l’ardita ferrovia nei punti più spettacolari e panoramici, nelle diverse stagioni, e ne riassume la storia.
I custodi dell’acqua (Italia, 2015, 60’) di Giulio Squarci
Il tempo della Carnia, remota area delle Alpi Orientali, procede nella ciclicità del ritmo della natura. L’intervento sulle risorse idriche locali, dettato da interessi economici esterni, smuove il senso di attaccamento al territorio della popolazione locale, che connette le proprie istanze a quelle del movimento che si oppone alla privatizzazione della gestione del servizio idrico sfociato nel referendum del 2011. Due donne di generazioni diverse raccontano l’impercettibile intreccio tra l’atavico amore per il territorio, il riemergere di una solidarietà apparentemente dimenticata e un idealismo tenue nutrito dal respiro della natura stessa.
Più in alto delle nuvole (2015, 53′) di Fredo Valla
L’impresa dell’aviatore peruviano Geo Chavez, il primo a compiere la traversata aerea delle Alpi, dalla Svizzera all’Italia, partendo da Briga fino a Domodossola nel settembre 1910. La storia avventurosa e sconosciuta di un pioniere dell’aviazione che morì per le conseguenze dell’atterraggio. La sequenza animata che ricostruisce il volo di Chavez tra il tratto di Sylvain Chomet e la poetica di Hayao Miyazaki, due grandi dell’animazione di oggi. Un film commuovente, che unisce interviste al giorno d’oggi e filmati d’epoca, restituendo l’atmosfera di allora e il grande clamore mediatico che il tentativo suscitò. Con le musiche di Giorgio Conte.
La slitta (2016, 20′) di Emanuela Ponzano
Un bambino vive con i genitori in un paese isolato in montagna. La sua famiglia ha forti pregiudizi sugli immigrati. Il bambino, un giorno si perde nel bosco e incontra un bambino diverso da lui, di un altro paese. La storia di due bambini e una slitta, che li porta altrove, lontani dalle diffidenze degli adulti.
Mascherate e riti nell’inverno del Trentino (2015, 60’) di Michele Trentini
Il film presenta i riti del periodo invernale che si svolgono in diciotto paesi del Trentino: gli scampanatori di San Martino, le feste di San Nicolò e di Santa Lucia, i riti della Stella e quelli del carnevale, fino ai falò della chiamata del mese di marzo.
La valle ritrovata (2015, 54′) di Erica Liffredo
A partire da un libro con le foto del fotografo americano Clemens Kalischer, scattate 50 anni fa, un viaggio alla riscoperta della Val Grana, in provincia di Cuneo. La regista va alla ricerca di luoghi abbandonati, con un documentario che somiglia a una fiaba, utilizzando anche disegni e animazioni, incontrando un’anziana che scrive storie del tempo passato e giovani che mantengono i vecchi lavori o li riscoprono, oppure filmando una festa popolare.
La Barma (2013, 40′) di Fredo Valla
Balma Boves (Barma in dialetto) è uno spettacolare insediamento sotto una sporgenza di roccia alle pendici del Monbracco, è una delle valli occitane del Monviso. Abitato fino agli anni ’60, è oggi un «villaggio fossile» sopravvissuto a epoche remote, unico nell’arco alpino con la sua architettura rupestre. La Barma è un simbolo del profondo Nord e della civiltà rurale alpina che è finita con l’abbandono delle aree marginali e la grande migrazione verso le città e i poli industriali. Nel film gli ultimi testimoni della vita a Balma Boves dipanano le loro storie: una vertigine temporale raccontata da chi in quel luogo è nato e vissuto. Volti e storie che testimoniano la fatica e la bellezza di una civiltà saggia e dimenticata. Posti immobilizzati in un passato non così remoto, che tuttavia sembra già lontanissimo.
Ecomuseo Mu.Vi.S. Campodolcino
12-15 luglio 2016
Inizio proiezioni ore 21
Ingresso libero
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