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Impresa al femminile

11 marzo 2016 Nessun commento

//Articolo tratto da “La Provincia di Sondrio”\\
«Fare impresa al femminile in periferia? Certo che si può fare: ci vogliono creatività e capacità di accogliere nuove sfide». Una scommessa iniziata all’inizio del 2002.




Non ha dubbi Bianca Maria Gadola, titolare dell’Atelier Bianca di San Giacomo Filippo, presidente del Gruppo giovani di Confartigianato imprese Sondrio e consigliere della Camera di commercio di Sondrio. Quella dell’imprenditrice della Valle Spluga – attiva nella sartoria da donna su misura e nella riparazione -è una scommessa iniziata all’inizio del 2002, a trent’anni, dopo un’esperienza da dipendente in un’azienda artigiana di Chiavenna.

«Avere un’impresa tutta mia, che mi consentisse d’esprimere la mia creatività, di inventare, è sempre stato il mio desiderio – racconta-. Sono salita in periferia dalla città. Tutti mi chiedevano il motivo di questa scelta poco comune. Io ci ho creduto da subito, puntando sulla mia voglia di vincere questa scommessa e sul mio paese. Grazie all’attività svolta nel laboratorio e nel negozio, ma anche a corsi, sfilate e altre occasioni di confronto con colleghi, l’attività è cresciuta anno dopo anno, nonostante le note difficoltà che le microimprese e questo specifico settore devono affrontare in Italia».

Imprenditrice senza confini
La scommessa di quattordici anni fa qualche mese fa è stata ripetuta. In Svizzera, nel Comune di Bregaglia, Bianca Maria Gadola ha aperto una nuova sede – “Fashion Ingredients” – insieme alla giovane collaboratrice Marta Fistolera. «Ho sempre creduto nell’importanza dei flussi delle persone che passano dalla Valchiavenna e per anni ho scelto Madesimo per una piccola filiale della mia attività. Di fronte all’opportunità di costruire una nuova esperienza nei Grigioni, vicino alla stazione di servizio di Castasegna sulla strada per St. Moritz, ho pensato di doverla cogliere e questa nuova sfida è senza dubbio entusiasmante, anche se è stato un po’ come ripartire dall’inizio. Dalla comunità svizzera è arrivata un’accoglienza molto positiva e, naturalmente, nella Confederazione le regole per le imprese sono molto più chiare e stabili rispetto al nostro Paese».

Donne e innovazione Bianca Maria Gadola ne è convinta: oggi non basta essere un bravo e appassionato artigiano, è indispensabile avere capacità imprenditoriali
«Nell’epoca di internet, i clienti vogliono conoscere le persone che stanno dietro al bancone per consigliarle sulla scelta d’un capo o un accessorio o davanti alla macchina da cucire. Si crea un bel rapporto di fiducia. A volte dopo un matrimonio la sposa mi chiama per dire che sì, il vestito che è uscito dal mio laboratorio è piaciuto a tutti. In alcuni casi il nostro lavoro attraversa l’oceano e arriva negli Stati Uniti con i nostri clienti. Sono belle soddisfazioni». Ma negli anni della crescita e dell’evoluzione del web, dalla rete arrivano anche grandi opportunità. «Il passaparola è fondamentale, ma noi donne imprenditrici dobbiamo diventare brave a utilizzare i social network. Non mi riferisco solo a Facebook: penso anche a Instagram, dove mostriamo i particolari delle creazioni, oppure a Pinterest. Oltre a scegliere stoffe, colori e modelli, prestiamo attenzione alle immagini e agli hashtag, unendo parole come “Valchiavenna”, “fashion” e vocaboli connessi ai singoli capi o alla Settimana della moda di Milano. Ci capita di ricevere commenti positivi dalla Corea del Sud. Siamo in periferia, ma c’è la possibilità di essere anche al centro del mondo. Insomma, dopo quattordici anni posso dire che rifarei le stesse scommesse per diventare un’imprenditrice donna».


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