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No al raddoppio del Gottardo!

21 gennaio 2016

//riceviamo e pubblichiamo\\
La presa di posizione del Comitato grigione «No al raddoppio del Gottardo».

Per la terza volta diciamo no all’aumento della capacità di trasporto stradale al Gottardo. Che il previsto raddoppio della galleria venga sfruttato solo a metà, come si afferma, non è né logico né credibile. Più capacità stradale, più traffico: questa verità lapalissiana è confermata dalla realtà e anche da vari studi scientifici. Noi non abbiamo cambiato idea: il traffico transalpino per il trasporto di merci attraverso la Svizzera avviene tramite ferrovia – come dice la Costituzione federale.

Nel 1994 le cittadine e i cittadini grigioni hanno accettato l’Iniziativa delle Alpi con il 77,9% dei voti e nel 2004 hanno respinto il controprogetto all’iniziativa Avanti per un secondo tunnel al Gottardo con il 74,7% dei voti: due risultati più chiari che nel resto della Svizzera. Afferma la consigliera nazionale Silva Semadeni: «Il rumore, la puzza e l’inquinamento dell’aria incidono sulla qualità di vita nei pressi delle vie di transito; i paesi di montagna ne soffrono da decenni». Ridurre il traffico pesante al Gottardo significa aumentare la sicurezza per tutti e ciò prima del 2035, con la costruzione del secondo tunnel. Con la possibilità di trasferire le merci sulla ferrovia e senza una chiusura totale della galleria autostradale, il traffico pesante non si trasferirà sull’asse della A13, perché non è adatto a questo scopo ed è perciò più pericoloso. Un No il prossimo 28 febbraio dà la possibilità all’Ufficio federale delle strade di risanare il tunnel del Gottardo con un concetto che tenga conto degli ultimi sviluppi tecnologici. «Continuare con convinzione la politica di trasferimento delle merci su rotaia è più sensato dal punto di vista economico, ecologico e del traffico che la costruzione di secondo tunnel autostradale», afferma Semadeni.

Nel 2020 AlpTransit, il progetto ferroviario del secolo per il traffico di transito attraverso le Alpi, sarà terminato. Dal punto di vista economico non è sensato accettare la costruzione di un secondo tunnel autostradale prima che la nuova tratta ferroviaria entri in funzione. Secondo Christian Stricker, presidente dei Verdi liberali grigioni, «sarebbe un errore strategico costruire una ferrovia sull’arco di 25 anni e con costi pari a 23’500 milioni di franchi, per poi sabotarla con un raddoppio di fatto delle capacità di trasporto su strada». Nel 2004 il popolo svizzero si è già espresso contro un secondo tunnel al Gottardo respingendo il controprogetto all’iniziativa Avanti. Invertire la rotta il 28 febbraio 2016, nello stesso anno in cui la galleria di base del Gottardo entrerà in funzione, sarebbe una sciocchezza e un disastro finanziario. AlpTransit è e rimane il progetto d’importanza secolare per il trasferimento del traffico pesante su rotaia. Conclude Stricker: «un secondo tubo ci renderebbe ricattabili da parte della lobby europea degli autotrasportatori; AlpTransit si risolverebbe in un disastro finanziario ancor prima della sua apertura e la Svizzera diverrebbe un inferno di traffico, attirando più autocarri e aumentando il traffico d’aggiramento degli altri valichi alpini».

«In nessuna parte della Svizzera l’inquinamento atmosferico e acustico è così alto come lungo l’asse autostradale in Ticino», afferma Mario Branda, sindaco di Bellinzona. «In special modo nel Sottoceneri, tra Melide/Bissone e Chiasso, dove la popolazione soffre più del solito di malattie alle vie respiratorie, soprattutto i bambini e gli anziani». Le strade ticinesi sono già intasate; i rallentamenti del traffico tra Bellinzona e Locarno sono all’ordine del giorno, ancor più tra Lugano e Chiasso. «Non è un caso – dice il sindaco socialista della capitale ticinese – se i miei colleghi sindaci democristiani e liberali di Mendrisio e Chiasso e i loro colleghi di municipio sono chiaramente contrari alla costruzione di un secondo tunnel autostradale. A ragione temono che la situazione viaria peggiori ulteriormente».

Osserva Christine Widmer Baumann, presidente PDC Uri: «Noi donne e uomini del Canton Uri viviamo il traffico di transito ogni giorno sulla nostra pelle. Per questo motivo la politica dei trasporti rivolta al futuro che è stata imboccata ormai più di 20 anni fa è per noi molto importante: è indispensabile continuare in questa direzione. Su questa base l’assemblea del PDC Uri, a cui erano presenti molti iscritti, si è espressa contro la costruzione di un secondo tubo autostradale del Gottardo, in opposizione al partito nazionale. Soprattutto, anche i molti giovani del nostro partito hanno detto chiaramente all’assemblea di non accettare che la nostra politica dei trasporti rivolta al futuro e basata sulla sostenibilità venga sempre più compromessa e che le decisioni popolari siano nuovamente messe in discussione: perché questa politica dei trasporti è rispettosa dell’ambiente e del paesaggio, utilizzando in maniera oculata le limitate risorse finanziarie a disposizione».

Il consigliere comunale di Davos Christian Thomann (EVP) fa notare che in seguito all’introduzione del sistema di dosaggio del traffico al Gottardo in galleria muoiono in media 0,8 persone all’anno. Anche la costruzione di un secondo tunnel non migliorerebbe sostanzialmente la situazione. La sicurezza al Gottardo è una scusa. «Tra un paio di anni – dice Thomann – sistemi che aiutano a mantenersi sulla corsia, a frenare e a mantenere le distanze faranno parte dello standard delle automobili. Tutto questo aumenterà notevolmente la sicurezza sulle strade in Svizzera».

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