Traforo Valle Spluga – Mesolcina
Un’opera pensata non per i bisonti della strada, ma per i cittadini e i mezzi delle piccole imprese. «L’idea è buona, bisogna concentrare l’attenzione sulla messa in pratica. E intanto pensiamo al futuro del Maloja».
Il dibattito sul traforo della Mesolcina, rilanciato dal Comune di Campodolcino con un progetto da 390 milioni di euro, unirebbe con un tunnel stradale di quasi otto chilometri la località della Valle Spluga e Mesocco. Maurizio Michael, rappresentante della Bregaglia al Gran Consiglio di Coira, ritiene che «da un punto di vista ideale e simbolico si stia parlando di un progetto molto interessante, perché un collegamento ovest-est nella regione alpina permetterebbe di avvicinare le regioni italofone».
L’amministrazione campodolcinese alla vigilia dell’avvio della Macroregione alpina punta sulla proposta denominata “Tunnel stradale italo-svizzero di collegamento tra la Valle Spluga e la Val Mesolcina San Luigi Guanella”, un percorso che ha iniziato a condividere anche al di là del confine, coinvolgendo Regione Lombardia. Un’opera pensata non per i bisonti della strada, ma per i cittadini e i mezzi delle piccole imprese, basata su un percorso per ciascun senso di marcia e una corsia d’emergenza. Con questo tunnel secondo l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Guanella si darebbe una straordinaria opportunità al turismo, ai frontalieri – costretti a spostarsi sempre più spesso verso il centro della Svizzera – e alle aziende. La questione centrale è quella dei fondi: l’ipotesi è la creazione di un project financing.
Per questa ragione, senza ufficiali investiture dagli enti elvetici, Michael ha seguito la discussione legata a questo progetto, a cominciare dagli incontri con Regione Lombardia. «Dal punto di vista della realizzabilità, sono indispensabili passaggi molto complessi, che prevedono una condivisione forte, basati su una progettualità a lungo termine a livello italiano e svizzero. La pianificazione dei finanziamenti è pluriennale e vanno valutati vari altri aspetti, ad esempio il coinvolgimento di investitori privati. La direzione, insomma, è quella che porta verso un’opportunità interessante. Ma siamo all’inizio, credo che l’orizzonte temporale sia molto ampio».
Ogni quattro anni il Gran Consiglio predispone gli interventi relativi alla viabilità del periodo successivo. Tra i prossimi cantieri ci sarà probabilmente quello del Maloja. Si tratta di un progetto che andrà in porto nei prossimi anni – si potrebbe ipotizzare nel giro di otto-dieci – e riguarderà sia la sicurezza, sia la funzionalità della strada. «Sono in atto verifiche sul terreno per poter preparare un progetto preliminare, con l’obiettivo di migliorare la percorribilità sia fra Maloja e Sils, soprattutto in caso di nevicate abbondanti e rischi di valanghe, sia da Casaccia al passo. Nei prossimi quattro anni si inizierà a discutere dei progetti, nei quattro successivi potrebbe cominciare a succedere qualcosa di concreto».
Stefano Barbusca
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