Sei mesi di “franco fortissimo”
//Articolo tratto da “La Provincia di Sondrio”\\
Il bilancio dei commercianti e degli operatori del turismo della città della Mera e della Bregaglia. Più svizzeri, ma niente boom.
A sei mesi dall’introduzione del nuovo cambio franco-euro i commercianti e gli operatori del settore turistico in Valchiavenna sorridono, ma senza celebrare un aumento enorme del volume d’affari.
Obiettivo qualità
Marino Del Curto, vicepresidente della Camera di commercio e titolare di un’enoteca in via Dolzino, rileva che gli svizzeri sono attratti soprattutto dalla qualità dei prodotti. «Nell’ambito dell’enogastronomia, soprattutto per quanto riguarda i prodotti tipici, non è cambiato molto: la clientela svizzera punta soprattutto sulla qualità. Oggi la variabile centrale è questa, prima del prezzo. C’è un trend di crescita delle presenze elvetiche rispetto allo scorso anno, ma è legato anche alle condizioni meteorologiche che favoriscono lo spostamento dei turisti. In passato, in caso di rivalutazioni del franco, si registrarono incrementi maggiori. Ora aspettiamo il periodo delle ferie d’agosto. Fra un paio di mesi si potrà tracciare un bilancio definitivo».
Pranzi e cene in Italia
Andrea Prevostini da alcuni mesi gestisce il bar-ristorante Tavernella di Villa, puntando su prodotti locali e vini dell’etichetta Prevostini. «Noi siamo sul confine, ci troviamo a pochi passi dalla statale del Maloja e osserviamo un continuo flusso di turisti svizzeri e di italiani diretti oltre confine – spiega lo chef di Mese -. Da parte nostra c’è la massima attenzione nei confronti della clientela elvetica, cercando di sfruttare il trend di questi mesi. Al momento ci capita soprattutto di accogliere italiani diretti nei Grigioni, ad esempio verso le cime della Val Bondasca».
Basta percorrere pochi chilometri in direzione di St. Moritz, infatti, per assistere a un netto aumento dei prezzi, dovuto, in parte, anche al franco forte. Per questa ragione gli operatori del turismo sono sempre più intenzionati a promuovere i propri prodotti nei confronti del mercato interno. E intanto in Italia si beneficia di questa situazione: prima di uscire dal Belpaese si mangia e si acquistano cibi locali. Lo conferma Giacomo Pighetti, giovane titolare dell’agriturismo Aqua Fracta di Borgonuovo di Piuro, rinomato sia per la ristorazione, sia per la vendita di prodotti tipici della valle della Mera. «Dallo scorso inverno c’è stata una discreta crescita nella clientela diretta in Svizzera. Non è semplice definire con precisione questo trend, ma probabilmente s’aggira fra il 10 e il 20%».
Ma al di là delle scelte degli italiani che preferiscono spendere nel proprio Paese per evitare salassi dovuti al franco, il flusso di turisti svizzeri resta molto rilevante, con risultati significativi per i bar.
Bar e alberghi
Lo sottolinea Cristian Pavioni dal caffè Pestalozzi di Chiavenna, situato nella principale piazza della città. «Da quando è riaperto il Passo Spluga ed è iniziata la stagione delle vacanze, più e meno brevi, per gli svizzeri, da noi si registra un notevole aumento di clienti. Si tratta di persone che, notoriamente, hanno una capacità di spesa rilevante e apprezzano la qualità delle proposte dell’enogastronomia italiana. Evidentemente la forza della loro moneta rappresenta un ulteriore stimolo. Per noi si tratta di un chiaro vantaggio, soprattutto in tempi di crisi». Anche negli alberghi c’è una tendenza positiva, come rileva Mario Saligari da Verceia. «Per fortuna, lo possiamo dire, ci sono i nostri vicini svizzeri – spiega il titolare dell’hotel e del crotto Ghiggi di Villa -. Nell’ultimo anno è proseguito il trend positivo a livello numerico e non dobbiamo dimenticare che la loro capacità di spesa che è superiore a quella del cliente medio italiano».
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