Il lago artificiale dell’Albigna potrà essere svuotato – Approvato il progetto di sistemazione della Bondasca
Dal comunicato del Governo del 14 agosto 2014. Il lago artificiale dell’Albigna potrà essere svuotato per il progetto di risanamento. Il progetto di sistemazione della Bondasca presentato dal Comune di Bregaglia viene approvato con condizioni e completato con modifiche al progetto a seguito di decisioni su opposizione.
Il lago artificiale dell’Albigna potrà essere svuotato per il progetto di risanamento
Il Governo ha approvato con condizioni un progetto della Elektrizitätswerk der Stadt Zürich (ewz) per il risanamento della diga dell’Albigna della centrale idroelettrica Löbbia. L’impianto è uno degli impianti idroelettrici gestiti in Bregaglia dalla ewz. Verranno risanati lo scarico di fondo e lo strato impermeabile che riveste le fessure nella roccia ai piedi della diga dell’Albigna. Questa operazione richiede lo svuotamento integrale del bacino. La relativa autorizzazione viene rilasciata; lo svuotamento dovrà avvenire tra gennaio e la fine di febbraio 2015. Lo svuotamento e il nuovo riempimento vanno eseguiti in accordo con il guardapesca competente e con l’Ufficio cantonale per la natura e l’ambiente. Il progetto non modifica l’impianto di accumulazione e non provoca conseguenze per il futuro esercizio dell’impianto idroelettrico.
Il progetto di sistemazione della Bondasca presentato dal Comune di Bregaglia viene approvato con condizioni e completato con modifiche al progetto a seguito di decisioni su opposizione. Per i costi pari a circa sette milioni di franchi viene garantito un contributo cantonale di al massimo 2 890 500 franchi complessivi. Il progetto di costruzione prevede un ampliamento dell’alveo del fiume. Viene creato uno spazio fluviale supplementare di 50 000 metri cubi. Questo spazio servirà quale spazio di deposito per ghiaia e detriti in caso di importanti piene della Bondasca. Può così essere considerevolmente ridotto il rischio che le piene rappresentano per l’insediamento di Bondo. Dopo l’imponente frana staccatasi a fine 2011 dal Piz Cengalo, le piene hanno provocato forti spostamenti di materiale detritico e depositi di materiale alluvionale.
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