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Cosa accade se una grossa azienda si sposta da Chiavenna a Vicosoprano?

28 luglio 2014 4 commenti

//Articolo tratto da “La Provincia di Sondrio”\\
“Siamo in uno spazio funzionale che supera i confini.
Credo che l’esperienza di Renato Cossi e di tanti altri imprenditori vada interpretata in questo modo”.

Maurizio Michael, granconsigliere della Regione Bregaglia al parlamento di Coira e consulente aziendale di molte imprese, è uno dei maggiori esperti delle “terre di frontiera” grigionesi. Sulla vicenda di Cossi, deciso a spostare il cuore della propria attività in Svizzera, ha le idee chiare: questa non è una fuga verso un altro sistema, ma una risposta a un’esigenza diffusa. La soluzione si trova in un altro Stato, ma non in un altro spazio completamente distinto, perché la Confederazione elvetica e l’Italia sono aree sempre più interdipendenti. Consigliere, partiamo da fisco e burocrazia. Siamo su due pianeti lontani anni luce.

“Questo aspetto è evidente. Ma l’analisi deve andare al di là di queste variabili quantitative. Non siamo più alla fase della voglia di andarsene a tutti i costi che si osservava alcuni anni fa. Ora gli imprenditori italiani che chiedono spazi nei Grigioni portano idee, vogliono essere competitivi e innovativi. Hanno un altro approccio. Vogliono insediarsi o restare su un mercato regionale, nazionale e spesso internazionale partendo da un punto favorevole. Ma senza scappare: si spostano di pochi chilometri e rimangono nella stessa regione alpina. Fondamentalmente, non vogliono spostarsi”.

In Bregaglia si è parlato del possibile arrivo di aziende italiane. Qual è la situazione attuale? “Noi siamo pronti ad accogliere società che entrino nel contesto economico locale, garantendo forme di accompagnamento reale per favorire l’integrazione nel contesto economico e sociale locale. Auspichiamo che si instauri una forma di concorrenza corretta, reale e virtuosa, basata su condizioni identiche per le società locali e quelle provenienti da fuori”.

Gli imprenditori italiani sostengono che in Ticino le istituzioni sono vicine all’impresa. Qual è l’atteggiamento del Canton Grigioni? “Anche il Cantone dei Grigioni è attento e vicino alle esigenze delle imprese. Le porte degli uffici pubblici sono generalmente aperte e gli interlocutori sono disponibili. C’è un approccio relativamente vicino alle aziende su questioni come salari, fisco e tanti altri aspetti. Anche da noi, nelle aree di frontiera, si osserva il fenomeno crescente dei “padroncini”, ma questo non viene, almeno per il momento, vissuto come un problema. Noi, in particolare anche in Val Bregaglia, siamo soprattutto interessati a imprese che operano in modo concreto e che creano un reale valore aggiunto per tutta l’area. Siamo convinti che sia indispensabile una programmazione capace di garantire uno sviluppo positivo per tutto il sistema economico e sociale”.

Anche in questa occasione emerge l’esistenza di uno spazio funzionale che va dall’Engadina alla provincia di Sondrio, passando per la Bregaglia. “Un’area sempre e comunque interdipendente. Cossi e gli altri imprenditori agiscono in un sistema. Non stiamo parlando di più sistemi. Quest’unico sistema si sta amalgamando, aziende, clienti, lavoratori e capitali si stanno incontrando idealmente e fisicamente e si cercano soluzioni utili a tutto lo spazio. Se si crea un movimento che porta gli imprenditori italiani a scegliere la Bregaglia noi ne siamo felici. Ma non perché ci saranno più tasse nelle casse delle istituzioni elvetiche. A noi interessa creare opportunità per un territorio, una comunità che supera i confini”.

Facciamo un esempio pratico. Cosa accade se una grossa azienda si sposta da Chiavenna a Vicosoprano? “Nonostante lo spostamento, le opportunità di lavoro legate a questa esperienza, sia direttamente, sia come indotto, rimangono nel sistema, nello spazio funzionale”.

Il percorso non è solo politico: ci sono elementi culturali che accomunano i territori e i cittadini e favoriscono questo processo. Lei cosa ne pensa? “La produzione di servizi e beni non può più essere subordinata ai confini. In questo contesto è evidente la valenza dell’aspetto culturale. Emerge un’identità alpina che va al di là dello stato nazionale e definisce i valori e la visione dell’economia. Le garanzie di stabilità fanno parte dell’identità svizzera. Alla base di questi processi ci sono secoli di vicinanza, di scambi e incontri. Ora aziende che in parte già lavorano in Svizzera apprezzano la stabilità di questo nostro Paese. Perché anche se Grigioni e Lombardia sono due Stati diversi, molti elementi culturali sono da sempre condivisi al di qua e al di là dalla frontiera. Ora dobbiamo condividere anche e soprattutto il disegno dello sviluppo locale”.

Leggi anche: Renato Cossi, annuncio choc «La Svizzera la mia nuova casa»

di Stefano Barbusca
Leggi: www.laprovinciadisondrio.it

Attualmente ci sono 4 commenti

  1. Thomas Zimmermann scrive:

    Concerne bla…bla dei Politici.
    Capisco il rammarico di Luca quanto concerne l`affare Segheria Ems e là somma di soldi
    pubblici affossati senza possibilità di recupero. Esempio da non ripetere ma trarre esperienza per futuri progetti.
    Perche` futuri progetti, il motivo stà che bisogna per forza avvanzare fermarsi e non fare niente per paura di sbagliare ancora è la cosa piu`pessima da fare.
    La politica e l`economia si intrecciano questo non lo metto in dubbio, quanto sia bene o male
    non sarà sempre evidente.
    Concio`ogni regione, Cantone e nazione a bisogno un economia forte e funzionante con
    abbastanza Peso da equilibrare l`inqisizione politica solo allora i resultati saranno equivalenti e porteranno vantaggio alla popolazione e il necessario sviluppo.
    Purtroppo le Regioni come le nostre come già mensionato si trovano in una situazione stagnante e verifichiamo un squilibrio sempre piu`forte.
    Dobbiamo proprio darci da fare per velocizzare il volano economico e far fronte a un calo
    sempre piu`drastico.
    Ricette precise come migliorare questa situazione non sono ancora scritte. Diamoci da fare
    e iniziamo a cercare ingredienti per poi creare una bella e buona ricetta, bisognerà coreggerla diverse Volte finchè sarà gustabile forse bisoga ricominciare dà capo mà sempre meglio che restare fermi.
    Mettiamo a parte le cattive esperienze e guardiamo avanti è la che stà il futuro.
    Sosteniamo l`economia regionale anche se piccola è in grado di crescere e porterà vantaggio alla popolazione, porterà uno sviluppo in tutti settori pubblici il quale sarà di nuovo la popolazione a trarne vantaggio.
    Un economia regionale è vitale per la sopravivenza delle istituzioni pubbliche .
    Concio`non molliamo ma avanti il futuro ci aspetta.

    Thomas Zimmermann Vicosoprano / Roticcio

  2. Luca scrive:

    Ma per piacere….basta con i bla bla dei politici. L’esempio classico della politica cantonale lo potete osservare quando passate sull’autostrada a Ems. La segheria che tanto ha promesso è stata chiusa dopo pochissimo tempo. Morale della storia? Tanti finanziamenti con i soldi pubblici dei contribuenti e in più i politici responsabili sono ancora in carica. Che tristezza. A proposito di Ticino; numerose aziende che vengono dall’Italia restano qualche anno e stranamente falliscono tutte.
    Cari politici vittime degli incantatori di serpenti vi consiglio degli occhiali da sole molto scuri per non farvi abbagliare dal sole delle aziende estere.
    Buona festa nazionale a tutti, e viva il nostro Guglielmo Tell e gli Eidgenossen.

    Luca

  3. Thomas Zimmermann scrive:

    Condivido in maggioranza le tesi e i ragionamenti descritti nell’articolo soprastante.
    Regioni con un’economia stagnante saranno confrontate prima o poi con diversi problemi. Uno a farsi sentire frequente sarà il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, sbilanciando poi i fattori: giovani – persone operative e anziani.
    Con ciò, sono del parere che un sano incremento sia assolutamente necessario con provenienza estera o nazionale. Si pone naturalmente la domanda cosa sia un incremento sano. Ditte con enormi grandezze? aziende medie o piccole? uffici di studio e ricerche? ecc.
    Penso che questo sia l’azienda a definirlo. Solo questa è in grado di capire in quale grandezza o con quali prodotti o se le infrastrutture pubbliche sono ideali. Se i criteri saranno validi ci sarà pure l’incremento. Naturalmente una regione deve e può agevolare l’insediamento di tali aziende, deve però limitare e valutare in modo molto critico agevolazioni o altri aiuti diretti. Il passato ci fa ricordare cosa sono le conseguenze di agevolazioni troppo elevate e non appropriate. L’azienda deve essere consapevole che in ogni istante lei è responsabile e porterà le conseguenze positive e negative delle sue azioni.
    Personalmente do il benvenuto a qualsiasi ditta con intenzioni commerciali serie, e auguro buoni affari e un prospera crescita.

    Thomas Zimmermann Vicosoprano / Roticcio

  4. Elena scrive:

    A mio parere le uniche ditte che si sono installate e si installeranno in Bregaglia sono quelle “fantasma” che usufruiscono di prestanome e vantaggi fiscali e politici, ben lontano dalle aspettative di creare posti di lavoro e in generale profitti concreti per noi bregagliotti. Al contrario causano spesso solo pendenze da risolvere negli uffici comunali e cantonali con conseguente dispendio di soldi. Tanto fumo e niente arrosto!

    Elena

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