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Omaggio alla Bregaglia

2 luglio 2014

//Comunicato stampa\\
La Rimessa Castelmur ospita dal 29 giugno al 27 luglio 2014 un’esposizione di Giovanni Maranta.
Questa mostra in omaggio alla Bregaglia è una festa del colore.

Maranta è un pittore figurativo e per questo va contro corrente. Maranta ne è cosciente e fiero al medesimo tempo.

Alla vernice ha riassunto la sua opera pittorica con poche parole. Anzitutto, così ha detto, la pittura non è un hobby. Basta sentire di poter vivere senza dover dipingere per non aver nessun diritto di farlo. Un’opera d’arte, degna di questo nome, nasce da questa necessità e non già dagli elogi pindarico-metafisici di scrittori e critici dell’arte.

Poi ha affermato «Non ho un programma, ma solo il desiderio irresistibile di contenere nell’animo ciò che vedo e sento e di dargli con forme semplici dai colori forti la più pura espressione». La pittura è per Maranta necessariamente creazione, altrimenti non sarebbe arte.

La creazione comprende due elementi connessi: l’impressione che viene dall’oggetto e la sensazione nell’animo che ne deriva. Si parte sempre dall’oggetto, sia esso un paesaggio, una persona o una natura morta. L’impressione dell’oggetto deve, se vuol generare un’opera d’arte, divenire vita nell’animo di chi dipinge. Solo così l’artista può esprimere l’essenziale dell’oggetto, scartando tutto ciò che è effimero e secondario. È questo l’insegnamento che Maranta, pur non avendo mai messo i piedi in un’accademia delle belle arti, ha ricevuto, specie dal suo grande maestro Henri Matisse.

Il segreto creativo di Maranta non è dunque né nuovo né particolare; è l’eterno e unico dell’arte: l’intensità interiore. Così l’oggetto, di per sé banale, come un gruppo di case nella Bregaglia, rinasce attraverso la sua creazione pittorica a nuova e più intensa vita e gli spettatori, guardando i quadri, assistono al miracolo della sua trasfigurazione. Ed è grazie a questa trasfigurazione che le opere esposte sono passate nei visitatori, da uno stato pittorico a uno stato lirico, di modo che anche dopo anni, quando il ricordo ottico sarà svanito, rimarrà il ricordo d’un grande incontro umano, incontro che li ha arricchiti nel loro animo. Di questo sono grati a Giovanni Maranta, che unisce nella sua pittura una vita autentica al culto della tradizione.

Maranta, nel suo breve discorso, riassumendo il cammino della sua vita, ha reso omaggio ai pittori che gli furono maestri, a Paul Cézanne, Henri Matisse, Karl Schmidt-Rotluff, allo svizzero Ferdinand Gehr e al bregagliotto Giovanni Giacometti. Con Giacometti condivide l’amore per la Bregaglia, amore che si acquista lentamente, ma che, una volta acquisito, perdura, per tutta la vita.

Giovanni Maranta all'inaugurazione della sua mostra nella Rimessa Castelmur


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