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Serata Désalpe a Vicosoprano

8 maggio 2014

Ascolto collettivo nella sala polivalente. Su iniziativa della Rete Due della RSI e organizzata dalla CORSI-Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, si è svolta a Vicosoprano lo scorso 30 aprile la quinta serata di presentazione del radiodramma Désalpe – lo scarico, di Antoine Jaccoud, nella sua versione italiana curata da Daniel Paul Bilenko.

L’ascolto collettivo dell’opera radiofonica, corredata di immagini d’archivio selezionate dallo stesso Bilenko nelle Teche della RSI, si inseriva, ultimo, in una serie che ha portato in cinque diversi luoghi della Svizzera italiana non solo una piccola opera d’arte, ma anche i/le rappresentanti della CORSI e della RSI, sempre in ricerca del contatto con il territorio e dell’incontro con gli utenti.

Per l’appuntamento in Val Bregaglia sono state invitate, quali ospiti della tavola rotonda, due personalità del luogo: Diana Segantini e Alberto Maraffio.

Originaria di Maloja, la frazione più alta – l’alpe – del comune di Bregaglia, fondatrice della Segantini Unlimited, già delegata della Croce Rossa Internazionale, Diana Segantini è attualmente la responsabile del dipartimento cultura della RSI. Nel suo intervento ha esortato a rimanere attaccati alle proprie radici e a mantenere le tradizioni, ma allo stesso tempo ad aprirsi verso il nuovo. Ha sottolineato la necessità di proteggere il clima, l’ambiente e l’estetica e incoraggiato a creare, insieme, nuovi progetti per la cultura.

Alberto Maraffio, insegnante di matematica e fisica presso la Scuola cantonale di Coira, membro del Consiglio direttivo della Pro Grigioni Italiano, ex presidente del CAS Bregaglia, ha sottolineato alcuni temi presenti nel radiodramma, quali le problematiche legate al rapporto fra il lavoro e l’impatto ambientale. Egli ha evidenziato come l’opera di Jaccoud conduca a riflettere su cosa significhi vivere in montagna, che ci muoviamo in equilibrio, fra l’economia e l’ambiente, fra zona e zona e che lo sviluppo economico ha condizionato il modo di pensare.

Dal dibattito con il pubblico – un’ottantina di persone nella sala polivalente – sono emerse diverse tematiche. Innanzitutto è stato espresso stupore e anche un po’ di disorientamento per i contenuti e lo stile del radiodramma. Pur essendo piaciuto, ha sorpreso ed era quindi difficile esprimere sul momento delle considerazioni. Sorprendente anche la tecnica usata: con la registrazione «binaurale» e la riproduzione tramite normali cuffie stereofoniche, l’ascoltatore percepisce i suoni come provenienti da tutto l’ambiente circostante, un effetto di grande realismo.

La discussione ha preso poi la strada del rapporto fra l’identità locale e l’apertura all’esterno, che per la Val Bregaglia significa anche superare il confine politico nazionale e collaborare con i vicini italiani, cosa già in atto, ma che può essere incrementata. E non è solo questione di turismo. Anche nelle zone periferiche e di montagna ci sono infatti posti di lavoro qualificato. Qualcuno, per esempio, ha dichiarato di aver scelto la vita in una valle di montagna, anche perché ormai c’è la rete e si può lavorare con il web. D’altra parte ci sono molti che alla montagna preferiscono comunque la città.

Come spesso accade, la discussione è stata più spontanea e animata dopo la chiusura ufficiale dell’incontro, durante lo spuntino nell’atrio della sala. Lo sanno bene i e le rappresentanti della CORSI, i quali organizzano questi incontri prevedendo anche momenti informali, proprio perché il loro scopo è incontrare la popolazione e ascoltarne le aspettative rispetto ai programmi e ai temi della RSI. Il bilancio della serata in Val Bregaglia è dunque decisamente positivo.

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