Il miglior racconto della Passione
Proiezione cinematografica. Il 12 e il 13 maggio alle ore 20.15 presso la sala comunitaria di Castasegna ci sarà un doppio appuntamento con Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.
Pasolini è stato già al centro di due appuntamenti culturali di questa stagione in Bregaglia: la proiezione dell’episodio di Rogopag da lui girato, La ricotta (all’interno della rassegna CinemaCibo: un giorno al mese) e una serata organizzata dalle biblioteche di Valle e presentata da Stefano D’Archino dedicata alla figura di Pasolini intellettuale e scrittore.
La proiezione di Il Vangelo secondo Matteo, presentata e commentata proprio da Stefano D’Archino e realizzata in collaborazione da Pgi Bregaglia e Chiesa evangelica riformata, rappresenta la conclusione ideale di questo piccolo ciclo pasoliniano. Proprio La Ricotta è infatti una sorta di anticipazione del film sulla Passione, vertendo sul momento della crocifissione e precedendolo di un anno.
L’Unità commentò la sua uscita in questo modo: «Il nostro cineasta ha soltanto composto il più bel film su Cristo che sia stato fatto finora, e probabilmente il più sincero che egli potesse concepire. Di entrambe le cose gli va dato obiettivamente, ma non entusiasticamente atto».
La fredda accoglienza della stampa comunista militante, dovuta alla tematica prescelta, si accompagnò a delle critiche soprattutto di ambiente cattolico conservatore e neofascista, che bollarono l’opera come di propaganda comunista: per questo motivo il suo protagonista, Enrique Irazoqui, spagnolo, al ritorno in patria venne spogliato del passaporto ed espulso dall’università. Al contempo, ci fu un certo apprezzamento da parte della stampa cattolica, stemperato dalla critica di essere «fedele al racconto ma non all’ispirazione del Vangelo» come ebbe a notare il quotidiano della Santa Sede, L’Osservatore Romano.
Tutti i riferimenti escatologici, soprannaturali e miracolistici sono stati infatti espunti dalla narrazione pasoliniana, così da provocare talvolta l’impressione di un racconto incentrato sull’umanità di Cristo e privo di speranza.
Nelle serate del 12 e 13 maggio, grazie all’introduzione e al puntuale commento di Stefano D’Archino, pastore della Chiesa evangelica di Bregaglia, avremo la possibilità di uno sguardo sia artistico che teologico su questo film, che a distanza di cinquant’anni (fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia a ottobre del 1964) rimane uno dei capolavori assoluti di Pier Paolo Pasolini e una delle narrazioni più efficaci del racconto della Passione.
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