Un osservatorio per i frontalieri
Riunione a palazzo Muzio tra Provincia di Sondrio e rappresentanti della Valposchiavo e della Val Bregaglia. Tema decisamente scottante quello del frontalierato, visto il numero dei lavoratori impiegato in Svizzera.
La volontà (e l’interesse) ci sono da entrambe le parti: e, a quanto emerso venerdì 14 marzo a palazzo Muzio – dove la sala Giunta della Provincia di Sondrio ha raccolto attorno a un tavolo, con il presidente Massimo Sertori, gli assessori Filippo Compagnoni (Turismo e identità) e Silvana Snider (delega al Frontalierato) per un faccia a faccia con il Granconsigliere del Canton Grigioni per la Val Poschiavo Alessandro Della Vedova e quello della Val Bregaglia Maurizio Michael – qualcosa si muove di concerto con le istituzioni svizzere per fare chiarezza e tutelare le realtà coinvolte sul versante del frontalierato.
Questione urgente dopo la “consultazione popolare” del 9 febbraio con la quale i cittadini elvetici hanno votato un “contingentamento” dell’afflusso di manodopera estera che potrebbe creare qualche problema a regioni come Valposchiavo e Bregaglia, la cui economia poggia in buona misura sulla manodopera che da Valtellina e Valchiavenna riversa nelle sole regioni limitrofe quasi 1.500 lavoratori (non pochi, su circa 5.600 abitanti totali).
Preoccupazioni sollevate anche al di qua del confine, però: ed è stata Silvana Snider, venerdì, a illustrare la delibera messa sul piatto da una Provincia che stanzierà 14 mila euro per interventi volti a diffondere conoscenza e orientamento per i lavoratori di frontiera, ma soprattutto a raccogliere dati esatti (oggi mancanti) circa quantità e qualità d’impiego dei valtellinesi al lavoro su suolo svizzero: «Previste una serie di trasmissioni televisive destinate alle reti locali, oltre alla stampa di un opuscolo, che possano fare chiarezza su diritti, possibilità e peculiarità del lavoro di chi opera in territorio straniero – la voce dalla Snider –; ma soprattutto, in programma l’istituzione di un osservatorio che possa stabilire il numero esatto dei frontalieri valtellinesi, e le loro modalità di impiego».
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