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Nel banco insieme

13 gennaio 2014 Nessun commento

Il progetto “A scuola oltre confine” è stato presentato pubblicamente lo scorso 9 gennaio, in una serata informativa alla quale hanno partecipato molte persone della vicina Italia. Ancora timori da parte di alcuni bregagliotti, mentre altri hanno mostrato interesse ed entusiasmo per un progetto unico nel suo genere.

La palestra della scuola di Stampa si è riempita, e molti erano i volti sconosciuti. Non solo bregagliotti e bregagliotte, quindi, erano presenti la sera di giovedì 9 gennaio alla serata informativa, ma anche tante persone provenienti dalla vicina Italia: le autorità comunali di Villa di Chiavenna, la dirigente scolastica, insegnanti, genitori e allievi.

Il progetto “A scuola oltre confine” (cfr. il comunicato stampa ) è stato ampiamente descritto dai membri del gruppo di lavoro: i due insegnanti Patrik Giovanoli e Daniela Rota, la direttrice Elena Salis, la municipale Rosita Fasciati e la rappresentante del consiglio scolastico Chiara Giovanoli-Giuriani.

Fra gli argomenti più dibattuti, i criteri di ammissione. La scuola di Stampa sarà aperta agli scolari che avranno ottenuto il diploma di scuola media nella scuola di Villa di Chiavenna; oltre al diploma dovranno avere una menzione, che attesterà le loro capacità, e superare un periodo di prova (le prime tre settimane dell’anno scolastico). Accanto a queste regole di ammissione, è stato sottolineato che esiste un lavoro preliminare di contatto fra le due scuole – già oggi gli insegnanti si sono fatti reciproche visite – e questo a ulteriore garanzia che chi entrerà sarà davvero pronto/a.

Se la scuola di Stampa non naviga in acque tranquille a motivo dello scarso numero di alunni, ancora peggio sta la scuola di Villa di Chiavenna, che rischia la chiusura. L’attuazione di questo progetto potrebbe viceversa attirare nuovi iscritti: studenti che sceglierebbero la sede staccata di Villa anziché la sede centrale di Chiavenna (entrambe appartengono all’Istituto comprensivo Bertacchi) per poi accedere alla scuola svizzera, in vista magari di un successivo apprendistato. Da parte del comune italiano vi è una grande motivazione a conservare la propria scuola, tant’è vero che sono stati anche investiti dei soldi per aumentare le ore di insegnamento del tedesco.

Sarà la cittadinanza svizzera a decidere sull’attuazione del progetto, che figura all’ordine del giorno dell’assemblea comunale del prossimo 23 gennaio.

Ascolta anche Grigioni Sera.

Silvia Rutigliano

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