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Sessione di dicembre del Gran Consiglio

13 dicembre 2013

Il Parlamento è stato di manica larga, sgravandoli di 22 milioni. Ma c’è la minaccia del referendum.

Dalle quindici ore di intenso e anche interessante dibattito parlamentare sfociate nell’approvazione della riforma della perequazione finanziaria, i Comuni grigioni escono bene. Infatti, se il Governo calcolava uno sgravio di oneri per 15,5 milioni, il Gran Consiglio è andato oltre fissandolo a 22 milioni. La ministra delle finanze Barbara Janom Steiner ha fatto buon viso alla sorte, ritenendo questa generosità parlamentare sopportabile, perlomeno momentaneamente, per le finanze cantonali. Qualche problema si potrebbe porre su come alimentare il fondo di compensazione, ma questa è semmai musica del futuro.

Perequazione approvata, dunque, ma non è ancora tempo di tirare i remi in barca ed ancor meno di cantare vittoria. Su di essa grava infatti la minaccia del referendum. I liberali dell’Alta Engadina e in particolar modo i rappresentanti dei Comuni turistici finanziariamente forti, ritengono infatti troppo pesante l’onere da dover sopportare. Certo è che qualora il referendum dovesse riuscire e di conseguenza si rendesse necessario il ricorso alle urne, nella migliore delle ipotesi (votazione popolare favorevole alla riforma) l’entrata in vigore della perequazione finanziaria slitterebbe di un anno e per la maggioranza dei Comuni, quasi tutti quelli del Grigioni italiano, ciò non sarebbe per niente vantaggioso.

La sessione di dicembre è stata caratterizzata dalle cifre: quelle della perequazione, come abbiamo visto, ma anche quelle delle finanze pubbliche in generale e delle previsioni in particolare.

Il preventivo 2014 del Cantone, approvato con voto unanime, indica un disavanzo di 58 milioni e quindi tutto sommato in sintonia con il limite di 50 milioni che il Gran Consiglio si è dato. Anche il preventivo di quest’anno era nelle cifre rosse per 52 milioni, ma (azioni di Repower permettendo e sull’argomento ritorneremo in seguito) i conti dovrebbero chiudere in pareggio. Quello del 2014 potrebbe quindi essere il primo esercizio con un’eccedenza di uscite negli ultimi dieci anni. L’ultimo consuntivo deficitario risale infatti al 2013. In quell’anno era stato varato un pesante piano di tagli e risparmi che ha prodotto un netto miglioramento dei conti dello Stato, ovvero la situazione favorevole di cui abbiamo poi beneficiato. Il contesto economico attuale è però diverso e la tendenza che si delinea è quella di disavanzi in crescita, per arrivare a 100 milioni annui a partire dal 2016. Per la ministra delle finanze “al momento non c’è bisogno di un programma di risparmio, ma se la situazione dovesse peggiorare non potremo mantenere l’attuale alto livello degli investimenti”.

E veniamo alle azioni Repower, la cui forte perdita di valore rischia di incidere in modo pesante sui conti di quest’anno. Già azionista al 46%, nel novembre di un anno fa il Cantone ha acquisito un ulteriore 12% di azioni, la metà di quelle messe in vendita da Alpiq, diventando così detentore del 58% del capitale azionario della società con sede a Poschiavo. L’operazione ha comportato un investimento di circa 85 milioni, che corrisponde alla perdita di valore dell’intero pacchetto azionario in mano al Cantone negli ultimi dodici mesi. Per intanto si tratta di una perdita solo contabile, che si ripercuote però sui conti pubblici e sul capitale proprio. “Non è una sorpresa, ma rispecchia la situazione attuale sul mercato dell’elettricità” è il commento di Mario Cavigelli. Il consigliere di Stato giustifica l’acquisizione di un anno fa, che considera una scelta strategica. Infatti, “le azioni Alpiq sono state acquistate con l’intenzione di rivenderle ad un azionista terzo di nostro gradimento”. Purché, aggiungiamo noi, quando si tireranno le somme non sia il Cantone a venirne fuori male.

Sempre in tema di conti e di cifre, sono da segnalare due importanti decisioni: l’approvazione del credito quadro complessivo di 21 milioni, suddiviso in parti uguali tra Cantone e Confederazione, per finanziare la promozione turistica dal 2014 al 2021, e il mezzo milione supplementare concesso alla cultura su proposta della deputata socialista Sandra Locher di Coira.

E per concludere un po’ di Mesolcina. Sull’utilizzo dei terreni nel Piano di San Vittore è emersa una marcata differenza di opinioni tra Nicoletta Noi-Togni e Martino Righetti, lei a salvaguardia dell’attività agricola e lui, come del resto anche il Governo, per la ricerca di una soluzione che tenga conto dei vari interessi in campo, industria compresa.
La deputata di San Vittore ha poi sollevato due questioni riguardanti la sanità, criticando i tagli in preventivo all’ambulanza e denunciando la carenza del servizio di sostegno psicologico registrata l’estate scorsa nella tragedia della montagna in Val Cama.

Su gentile concessione di:
Marco Tognola, La Voce del San Bernardino

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