Giochi olimpici St.Moritz 2022
//riceviamo e pubblichiamo\\
Un NO deciso il 3 marzo! I giochi olimpici molti di noi li aspettano con ansia e quando si svolgono non si parla d’altro. Tutti appiccicati agli schermi per non perdersi neanche una medaglia. Fanno parlare per due settimane. Poi più niente, come d’incanto si torna alla normalità.
Se vi si chiede dove e quando si sono svolte gli ultimi giochi olimpici invernali? Molti ci dovranno pensare, molti non sapranno rispondere. Qualcuno dirà: Vancouver. Bravo! E ora, dite, cosa sapete di Vancouver? Qualcuno di voi c’è stato perché lo ha scoperto meta turistica di valore grazie ai giochi olimpici? Molto improbabile. Chi dice che i giochi olimpici sono una grande occasione per la Svizzera, per i Grigioni, per St. Moritz e per Davos per farsi pubblicità all’estero, non convince. St. Moritz (e così si chiamerà la candidatura, perché il Comitato olimpico internazionale vuole solo una Host City) è già famosa in tutto il mondo. Non serve investire milioni o addirittura miliardi in pubblicità. Investendo quei soldi in altri ambiti come l’educazione o la salute si possono raggiungere traguardi molto più importanti per il Cantone. Se quei 300 milioni il Cantone li investisse per promuovere lo sport a livello regionale o per mantenere gli ospedali in tutte le regioni, a chi dareste i soldi? I giochi olimpici si mangerebbero almeno un terzo delle riserve del Cantone! E poi, chi pagherà il probabile deficit? Anche se il consigliere federale Maurer promette che lo pagherà la Confederazione, sarà il Parlamento ad avere l’ultima parola. E la Commissione delle finanze del Consiglio nazionale ha già deciso all’unanimità che un eventuale deficit dovrà assumerselo il Cantone. L’insicurezza su questo punto è un dato di fatto e non ci sarà chiarezza che dopo il 3 marzo, quando si esprimerà il Parlamento a Berna.
Naturalmente si possono intravedere anche dei vantaggi. Per esempio possibilità di lavoro per le ditte edili. Ma la conocrrenza sarà forte con una forte pressione sui prezzi, ditte specializzate saranno chiamate a montare le grandi infrastrutture sportive provvisorie. Se ci saranno delle possibilità per le ditte indigene sarà solo per pochi mesi, perché gran parte degli impianti verrà smantellata e non si potrà sperare in ristrutturazioni future. Magari verranno costruiti nuovi hotel, anche se a St. Moritz è difficile immaginarsi dove. Si aumenteranno le possibilità di pernottamento e negli anni seguenti i giochi olimpici gli alberghi faranno fatica a riempirsi, quindi molti faranno fallimento, com’è successo a Lillehammer. E poi c’è da chiedersi: ma i soldi pubblici devono essere investiti nella costruzione di alberghi? E solo in quelle due destinazioni già così sviluppate come l’Engadina Alta e Davos? E in Bregaglia arriverà qualche briciola?
Il Comitato olimpico internazionale richiede 23’000 camere d’albergo. Sono tutte le camere d’albergo disponibili nel Canton Grigioni, vale a dire una sfida enorme, visto che non potranno trovarsi troppo distanti dai luoghi delle competizioni. Nelle 23’000 camere non sono ancora alloggiati né gli atleti, né i volontari, né le forze di sicurezza, né gli interessati spettatori. I turisti fedeli alla regione verranno scacciati – gli esperti chiamano questo fenomeno “crowding out” – e potranno scoprire e apprezzare in futuro la nostra concorrenza, altre destinazioni turistiche altrettanto allettanti. Questo progetto è forse un po’ troppo grande per le due valli alpine dell’Engadina Alta e di Davos?
Una domanda cruciale: Siamo disposti a spendere 300 milioni di franchi per garantire la sicurezza e migliorare certe infrastrutture per un progetto i cui vantaggi – se ci sono – vanno a favore di due regioni già altamente sviluppate e per le altre sono solo delle promesse? A Poschiavo il presidente della Regione ha calcolato che i soldi spesi per i giochi olimpici si aggirano sui 2’000 franchi per ogni cittadino della Valposchiavo! Siamo disposti a investire questi soldi in un turismo di massa per una manifestazione della durata di due settimane con benefici tuttora da confermare? E poi, nel messaggio del Governo le Valli grigionitaliane non esistono, anche se il traffico olimpico da sud dovrà per forza percorrerne l’una o l’altra.
Noi diciamo di NO!
Questo progetto è troppo grande e avventuroso. Peserà sull’economia del Cantone dei Grigioni per anni. Non vogliamo investire questi soldi in un evento enorme in due sole regioni, con garanzie sottili per il resto del Cantone, invece di investire in tutte le regioni in un turismo fatto su misura. Il turismo grigionese è conosciuto non solo per degli eventi a livello mondiale, bensì per l’ospitalità, la cortesia, la natura incontaminata, i paesaggi mozzafiato. Non rinunciamo a quest’impronta di unicità!
Comitato antiolimpico grigione (www.olympia-nein.ch)
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