Immersi nell’arte fino alle ginocchia
A fine ottobre, la classe di maturità professionale commerciale di Samedan ha avuto la possibilità di recarsi in gita a Venezia. Gli studenti sono stati accompagnati dall’insegnante bregagliotta Dora Lardelli. Dopo il rientro, due di essi hanno scritto un brillante racconto di viaggio, che qui vi proponiamo.
Venezia: immersi nell’Arte fino alle ginocchia
Alla fine di ottobre, la classe di maturità professionale commerciale di Samedan ha avuto la possibilità di recarsi in gita nella «Serenissima» Venezia; una città conosciuta in tutto il mondo per le sue caratteristiche architettoniche ed artistiche, per i canali, per i ponti e… per l’acqua alta.
L’escursione ha inizio venerdì pomeriggio, quando, dopo aver attraversato su un treno il nord dell’Italia, giungiamo alla stazione di Venezia Santa Lucia. L’accoglienza non è delle migliori, poiché ad aspettarci non c’è il sole tipico dell’Italia, ma nuvole autunnali cariche di pioggia, che senza rispetto alcuno riversano la loro tristezza sulle nostre teste. Il primo pensiero è di recarci alla Giudecca, un insieme di isole collegate fra loro e poste a sud del centro storico. Lì un’abitazione molto particolare, caratterizzata da una miriade di opere d’arte moderna, ci offrirà riparo durante le seguenti tre notti. Approfittando del sistema di trasporto pubblico, organizzato tramite vaporetti, ci spostiamo in Piazza San Marco. Ai piedi dell’omonimo campanile, crollato nel 1902, ma ricostruito «dov’era e com’era» dieci anni dopo, possiamo apprezzare l’organizzazione cittadina, che si prepara ad accogliere la prevista acqua alta del giorno seguente. Il Campanile di San Marco, che i Veneziani chiamano El parón de caxa (il padrone di casa), è diventato nei secoli il simbolo per eccellenza della città lagunare. La serata si conclude con una cena in una pizzeria situata vicino al Ponte delle Guglie, originariamente conosciuto come il Ponte di Cannaregio.
Sabato mattina lasciamo la nostra temporanea dimora per recarci al museo Ca’ D’Oro, dove sono esposte le opere di famosi artisti e pittori veneziani. Prima di attraversare il canale che ci separa dal centro storico, siamo costretti ad acquistare degli stivali, poiché il livello dell’acqua, come segnalato dal suono di una sirena, è in costante aumento; più del trenta percento della città é immerso nell’acqua. La situazione peggiorerà ulteriormente durante le settimane seguenti, raggiungendo livelli da primato. Durante il pomeriggio ci spostiamo nella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, dove, oltre ad ammirare le numerose opere d’arte, si tiene una breve lezione di disegno, che consiste nel riprodurre la tomba del pittore Tiziano, situata nella chiesa. In seguito alcuni di noi visitano le Gallerie dell’Accademia, che contengono un’affascinante raccolta di dipinti, fra i quali andrebbero citate le opere di Bellini, Giorgione e Tintoretto.
Domenica, mentre decine di maratoneti sfidano il freddo e la pioggia, in quella che è conosciuta come la Venicemarathon, noi ci rechiamo in tutta tranquillità all’Arsenale di Venezia. Quest’anno, infatti, si tiene la 13. Mostra Internazionale di Architettura, che vede la partecipazione di ben 55 nazioni. Tema centrale di questa edizione, riassunto nel termine Common Ground, è l’utilizzo che deve essere fatto delle superfici edificabili, non solo in termini estetici, ma anche permettendone un reale e pragmatico sfruttamento. Il premio per l’idea più originale è stato consegnato al Giappone, che nella sua esposizione presenta alcuni progetti per la ricostruzione di parti del Paese, distrutte dalla tragedia dello «tsunami».
Lunedì mattina la nostra «quattro giorni veneziana» volge ormai al termine e nonostante il sole cominci a mostrare il suo volto, noi dobbiamo abbandonare la laguna per tornare alla quotidianità. Mentre ci rechiamo alla stazione, c’è il tempo di ammirare per l’ultima volta una città che dietro ogni angolo nasconde un’opera d’arte e che ovunque sprigiona il profumo della bellezza e della Storia. Il viaggio di ritorno si svolge in un silenzio quasi mistico. Nella mente di ognuno di noi riaffiorano alcuni brevi ma piacevoli ricordi dei giorni appena passati: i piatti a base di pasta e pesce, la pizza, il vino. Durante queste giornate abbiamo anche apprezzato la simpatia e la disponibilità degli abitanti di Venezia, sempre pronti a riportare sulla retta via coloro che si sono smarriti.
Un pensiero lo vogliamo dedicare all’Italia, culla della nostra millenaria cultura, nella speranza che riesca sempre a custodire e proteggere il patrimonio artistico che l’ha resa il «Paese delle Meraviglie» che tutti noi conosciamo.
Silvan Crameri, Jacopo Bordoni
In piazza San Marco
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