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I crotti della Valchiavenna in un libro

26 novembre 2012

Fresco di stampa I crotti della Valchiavenna, curato da Guido Scaramellini e riccamente illustrato con le foto di Livio Piatta. Il libro descrive la storia e le caratteristiche geologiche e architettoniche dei crotti, costruzioni presenti anche nella Svizzera italiana.

Se in Valchiavenna esiste qualcosa di tipico e di quasi esclusivo, questo è il crotto. Quasi esclusivo, perché i crotti, quelli autentici con tanto di soffio fresco naturale detto «sorél» e inseriti in nuclei, oltre che nel territorio valchiavennasco sono documentati solamente nella val Bregaglia elvetica, a Stazzona lungo la riviera occidentale del lago di Como, a Cama nei Grigioni, in alcune località ticinesi e a Borgofranco d’Ivrea in Piemonte.

In Valchiavenna esiste la maggior concentrazione di crotti, tanto che si sta facendo strada l’idea di chiederne il riconoscimento all’Unesco come patrimonio dell’umanità.

Edito da World Images di Sondrio con il patrocinio del Centro di studi storici valchiavennaschi e dell’Accademia del pizzocchero di Teglio, in questi ultimi giorni è uscito I Crotti della Valchiavenna, un libro di oltre 300 pagine curato dal prof. Guido Scaramellini e arricchito di splendide immagini a colori scattate dal fotografo Livio Piatta. Allo stesso Scaramellini si devono i capitoli incentrati sulla storia del crotto, mentre gli altri autori del volume sono il geologo Alessandro Ciarmiello, che ha preso in considerazione il fenomeno del «sorél», don Remo Bracchi, che ha trattato l’etimologia, e l’architetto Cristian Copes, che si è soffermato sull’architettura del crotto e la sua evoluzione nel corso dei secoli.

L’iniziativa editoriale è stata sostenuta dal Credito Valtellinese, dalla Comunità Montana della Valchiavenna, dal Bim, dal Comune di Chiavenna e da diversi privati. Il libro, i cui testi in italiano sono stati tradotti in inglese dal traduttore Alessandro Ferretto, si apre con la presentazione del presidente dell’Accademia del pizzocchero di Teglio Rezio Donchi e del dottor Gianfranco Avella, già procuratore della Repubblica a Sondrio. All’interno del volume non si parla solo dei crotti valchiavennaschi, ma anche di quelli di Stazzona, dei grotti della Mesolcina e del Ticino e dei balmetti di Borgofranco d’Ivrea. Data l’importanza culturale, ma anche economica e turistica, dei crotti di Valchiavenna, si è scelto così di dedicare un’altra pubblicazione al tema, che contiene numerose fotografie e notizie inedite che arricchiscono ulteriormente il libro, particolarmente raffinato e ben curato.

Leggendo il volume emerge che una positiva campagna di concreta valorizzazione è stata già lodevolmente portata a termine nel nucleo di Cama in Mesolcina. Altrettanto è urgente fare in Valchiavenna, anche se qui, per l’alto numero di crotti, un intervento del genere è di gran lunga più impegnativo. D’altra parte uno dei compiti dei contemporanei è salvare e valorizzare quanto ci è stato consegnato dagli antenati, combattendo l’abbandono ed evitando interventi che snaturino le caratteristiche costitutive di questa importante rara testimonianza culturale, architettonica e paesaggistica, con ricadute notevoli sul turismo e sull’economia della valle.

Nel preludio ai Ricordi chiavennaschi di Ferruccio Pedretti, pubblicato a Milano nel 1929, così scriveva il poeta Giovanni Bertacchi, morto esattamente settant’anni or sono: «Anche i crotti, delizia degli enofili e terrore di astemî, disseminati per il Mandamento a gruppi, a nidiate, a filari, o appartati come eremiti, tra il nero del sasso e il verde delle viti e dei boschi, anche i crotti sacri alle agapi domestiche e alle libazioni amichevoli, nei quali, come in immani casse armoniche, si accordano, o allegri o patetici, i cori delle nostre convalli, rivelano, a chi bene li mediti, un loro senso più ideale e più alto. Non offrono anch’essi una riprova dell’industre genialità di quel popolo nostro? Non sono essi un tramite a vivere, in raccoglimenti pensosi, nel grembo della stessa natura? Non aggiungono essi forse così un’anima al paesaggio natio?».

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