Stanza Snoezelen
Nuova offerta del Centro Sanitario Bregaglia. La stanza Snoezelen è stata presentata mercoledì 11 dicembre 2024.
La serata è stata divisa in tre momenti: presentazione per lo più condotta dalla Dott.ssa Magnini; visita alla stanza condotta dalla Sig.ra Martinucci e a chiudere un momento conviviale, assaporando le delizie cucinate dalle cuoche e dal cuoco del Centro.
La Dott.ssa Magnini, che è anche la responsabile sanitaria della CSB ha fatto un esplicativo excursus su cosa sono i sensi, la loro fisiologia e con degli interventi di Rosanna Martinucci come i sensi possono essere stimolati o rilassati all’interno della stanza Snoezelen. Oltre alla spiegazione esaustiva se pur breve dei cinque sensi la Dott.ssa ha esposto anche quali potrebbero essere le applicazioni terapeutiche della stanza e su quali soggetti potrebbe agire.
La stanza Snoezelen è adatta a tutti. Ne possono trarre beneficio bambini con più disabilità e deficit di apprendimento, persone con disabilità cognitive, soggetti con forte stress di tipo lavorativo o post traumatico, individui con dolore cronico o acuto e pazienti anziani con malattie neurodegenerative. È inoltre adatta anche per coloro i quali non soffrono di stati depressivi, ma semplicemente attraversano un momento difficile e sentono la necessità di essere accompagnati ad uscire fuori da detto momento.
La stanza Snoezelen venne ideata dal terapista occupazionale Ad Verheul e dal musico terapeuta Jan Hulsegge, entrambi olandesi, che negli anni Settanta hanno dato struttura alla terapia multisensoriale Snoezelen. Questo termine nasce dall’unione di altri due termini olandesi e cioè: snuffelen, che significa annusare e doezelen, che sta per sonnecchiare.
È importante conoscere la biografia della persona che sarà guidata all’interno della stanza, perché attraverso stimoli olfattivi, visivi, effetti luminosi, musicali e uditivi, superfici tattili e in movimento, l’operatrice o l’operatore potranno condurre la persona in uno stato di rilassamento o di attivazione a seconda della necessità. La stimolazione multisensoriale viene detta, controllata, proprio perché è l’operatore a gestire sia da un punto di vista temporale che di qualità ogni stimolazione.
I presenti alla serata hanno potuto testare la stanza in gruppo, senza una vera indicazione da parte di Rosanna Martinucci, operatrice in formazione, ma assaporando di tutto un po’.
L’ultima stimolazione della serata era affidata al gusto che poteva essere sollecitato da sapori dolci con la torta di noci o bignè oppure con sapori salati con rustici, pizzette e sempre bignè ma salati. Il tutto veniva innaffiato da centrifughe e acqua.
Paolo Pollio
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