L’intelligenza artificiale a Roticcio
I racconti di Daniele Coretti ci porteranno a esplorare questa possibilità, rendendo attuale il dialogo tra la cultura alpina e l’innovazione. Per iniziare questo viaggio nel futuro nel primo episodio partiremo raccontando un ipotetico scenario futuro nella Valle Bregaglia.
Vent’anni fa, l’intelligenza artificiale (AI) era una presenza sottile, quasi impercettibile tra i cittadini. Tutto era iniziato con un signore che era arrivato in Val Bregaglia dagli Stati Uniti. Era un impiegato di OpenAI, il colosso dell’intelligenza artificiale. Il suo lavoro era l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei paesi di montagna. Il signor Stanley si stabilì a Roticcio e, con il passare del tempo, divenne l’architetto invisibile di una trasformazione radicale.
Roticcio non era più solo un villaggio di montagna: si era trasformato in un esperimento di coabitazione tra natura e tecnologia. L’AI, denominata Gaia, era stata progettata come assistente, ma anche come custode della valle. Con la sua rete di sensori aveva raggiunto ogni angolo della Bregaglia, dalle radici dei castagni alle cime delle montagne. Con questi sensori venivano monitorate la temperatura, l’umidità, la salute della flora e della fauna.
Il signor Stanley sviluppò anche un sistema di realtà mimetica. Utilizzando ologrammi avanzati, Gaia riproduceva esperienze uniche per i turisti: da tutto il mondo venivano in Bregaglia per vivere un’escursione tra i lupi virtuali e provare il brivido dell’adrenalina o assistere a una battuta di caccia ai cervi.
Ma Gaia andava oltre la mera gestione ambientale e turistica. Il villaggio era protetto da un “Geo-Dome”, una cupola geodetica invisibile che regolava il clima interno. Con il cambiamento climatico gli inverni nei Grigioni erano divenuti sempre più freddi e le estati torride. Durante i mesi invernali, il Geo-Dome manteneva la Bregaglia calda e accogliente, mentre d’estate filtrava i raggi UV e la temperatura, rendendo il clima ideale per la biodiversità della Bregaglia. La popolazione locale viveva ormai in simbiosi con Gaia.
Gli abitanti indossavano dispositivi che permettevano loro di comunicare con l’AI attraverso il pensiero. Questa connessione diretta permetteva a Gaia di personalizzare le condizioni di vita basandosi sulle esigenze fisiologiche e psicologiche di ciascun abitante, promuovendo un benessere ottimale. Quando il sole tramontava dietro le montagne, le luci olografiche di Gaia si accendevano e Roticcio si trasformava. Le facciate delle case degli abitanti riflettevano scene con i pianeti in movimento e cascate virtuali che scendevano dai monti.
Questa fusione di natura e tecnologia aveva attirato filosofi e pensatori, rendendo la Bregaglia un centro di riflessione sul futuro dell’umanità. Nessuno avrebbe mai pensato che, nel giro di una generazione, l’operato del signor Stanley, avrebbe portato una così grande trasformazione a Roticcio. Ma la Bregaglia non era esente da sfide. La dipendenza crescente da Gaia sollevava questioni etiche e pratiche: cosa sarebbe accaduto se l’AI fosse stata guastata o manomessa? E ancora, quale era il vero costo di una tale simbiosi tra uomo e macchina? Nonostante queste preoccupazioni, Roticcio per il momento continuava a prosperare, un esempio di come il futuro potrebbe armonizzare il progresso tecnologico con la salvaguardia del pianeta. Nel silenzio della notte, l’eco della Bregaglia sussurrava una promessa di possibilità infinite nell’evoluzione umana e nella coesistenza tra uomo e macchina.
Commenti recenti