Vita di Gran Consiglio
//Contributo realizzato in collaborazione con Il Grigione Italiano\\
Intervista al Gran Consigliere bregagliotto Maurizio Michael. La crisi delle istituzioni sanitarie al centro delle discussioni.
Da lunedì 21 a mercoledì 23 a Coira si è tenuta la quinta sessione del Gran Consiglio per l’anno 2024. Per fare il punto della situazione su quanto è stato discusso e deciso abbiamo sentito Maurizio Michael, granconsigliere bregagliotto.
Signor Maurizio ci può parlare dei temi che secondo lei sono stati più significativi nell’ultima sessione del Gran Consiglio?
Nell’ultima sessione il Gran Consiglio non ha affrontato temi di particolare interesse pubblico; è stata soprattutto occasione per affrontare e revisionare alcune leggi, strategie e regolamenti come nel caso della Strategia di promozione della cultura 2025-2028, strategia di cui il Cantone si è dotato nel 2017 e che ogni quattro anni è sottoposta ad un bilancio e ad una valutazione della sua efficacia, con la presentazione, se necessario, di proposte. Si è discusso di misure specifiche, soprattutto riguardanti le modalità per finanziare le attività culturali che si svolgono all’interno del Cantone; per quanto riguarda gli aspetti finanziari questi si decideranno con il preventivo di anno in anno.
Un tema che ha fatto discutere a lungo è stato quello del finanziamento delle istituzioni sanitarie. Su questo argomento erano stati presentati in giugno due incarichi. Da una parte con l’Incarico Wihelm è stato chiesto di intervenire il più in fretta possibile per cercare di creare maggiore flessibilità, mettendo a disposizione dei fondi a quelle istituzioni che intendono adeguarsi e trovare nuove soluzioni per poter affrontare in modo economicamente sostenibile il futuro. Dall’altra invece con l’Incarico Beeli si chiedeva al Cantone l’assunzione di fatto dei debiti delle istituzioni. C’è stata molta discussione su questi temi, anche perché molti gran consiglieri sono rappresentanti per i territori coinvolti delle istituzioni sanitarie, come anche il sottoscritto.
Dal mio punto di vista la richiesta della collega Beeli non va a risolvere il problema, se il Cantone paga, i costi poi di certo non diminuiscono. Con un mio intervento ho cercato di riportare la calma invitando a ridurre la confusione, cercando di individuare i problemi reali e le contromisure possibili e sostenendo che gli interventi, che poi verranno attuati, per migliorare la situazione, possano essere sostenuti dal Cantone. Alla fine è passato l’incarico Wilhelm che prevede l’adeguamento della legge, inserendo degli interventi mirati per migliorare la situazione, interventi che non saranno risolutivi ma incentiveranno la ricerca di soluzioni. L’Incarico della collega Beeli che chiedeva semplicemente una copertura dei debiti non è stato approvato.
Il modello di Centro Sanitario come quello bregagliotto può essere un esempio di soluzione?
Credo che per ogni territorio, ed istituzione, si debbano adottare le soluzioni adeguate. Dire che tutti devono fare come noi è difficile ed in parte non ha nemmeno senso, ma ritengo che ognuno debba valutare che cosa si può permettere, implementando anche nuove forme di gestione e collaborazioni. Questo diventerà in futuro un fattore determinante. La sanità, l’abbiamo visto anche in Bregaglia, in momenti difficili è estremamente emozionale, tocca le paure e le insicurezze delle persone. Se esiste l’idea che verrà a mancare qualcosa avremo subito persone sulle barricate, con una conseguente insicurezza nel personale. Dobbiamo stare attenti a non creare spirali negative; è necessario avviare una discussione aperta e sincera all’interno delle stesse regioni; l’idea di delegare al Cantone la decisione sulle prestazioni future della sanità a me non piace; prima di tutto dobbiamo sapere noi di cosa abbiamo bisogno.
Avete anche parlato di leggi in ambito sociale?
Sì, abbiamo avuto dei piccoli adeguamenti in ambito di leggi sociali come nel caso riguardante la popolazione nomade. Qui veniva richiesta dai comuni interessati la suddivisione dei costi tra i comuni; spese che vengono già assunte in buona parte dal Cantone. Si è discusso in particolare dei costi che sorgono quando un nomade si trovi ad essere un caso sociale e sulla competenza di questi costi, i Comuni interessati hanno richiesto la solidarietà all’interno del Cantone, cosa che già avviene con lo strumento della perequazione finanziaria. Alla fine si è deciso che sarà il Cantone a sostenere i costi; è importante dire che stiamo parlando di cifre molto basse.
Oltre agli impegni in aula avete anche avuto delle altre attività in cui è stato impegnato?
Sì, mi ha fatto molto piacere fare da guida ai ragazzi della Scuola secondaria e avviamento pratico di Stampa che hanno accettato l’invito che il presidente Parolini ha rivolto ha tutte le scuole del Cantone per visitare il parlamento, l’attività parlamentare ma anche la Casa Grigia dove c’è la cancelleria cantonale e dove c’è la sala riunioni del Governo. Sono stato poi impegnato, in diverse attività fuori dall’aula come la visita di martedì alla Ems Chemie di Domat Ems, dove siamo stati accolti dalla signora Martullo. Questa visita a grandi aziende o istituzioni cantonali avviene ogni legislatura, sono momenti in cui le aziende presentano quello che fanno e cercano di presentare i loro interessi e i loro bisogni. Io ho avuto poi una riunione interna ad un consiglio politico delle istituzioni sanitarie, un evento del Partito Liberale e la riunione della Deputazione italiana; posso dire che è stata una sessione abbastanza impegnativa. La prossima sessione è in dicembre
con la legge scolastica che avrà una revisione parziale e poi ci sarà il preventivo.
Renato Tomassini
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