Un anello d’oro
Nel territorio di Piuro, durante alcuni rilievi lungo il fiume, è stato rinvenuto uno splendido anello d’oro. Il reperto è in eccezionale stato di conservazione.
Nell’ambito delle indagini archeologiche condotte nelle ultime settimane nel territorio di Piuro, durante alcuni rilievi lungo il fiume Mera, è stato rinvenuto da un gruppo di ricercatori guidati dalla professoressa Cristiana Achille del Politecnico, insieme a Sergio Castelletti e alla studentessa valchiavennasca Nikole De Stefani, uno splendido anello d’oro, in eccezionale stato di conservazione.
L’anello non era associato ad altri materiali o a depositi archeologici ed è da ritenersi, come altri rinvenimenti simili avvenuti in passato, l’esito dell’azione della frana con il conseguente rimescolamento e trascinamento di oggetti e strutture.
L’anello presenta un grande castone blu scuro e una serie di pietre minori sui lati e dovrà essere oggetto di studi dedicati.
Per le caratteristiche morfologiche e per la raffinata e minuziosa lavorazione delle parti, sembra doversi attribuire al periodo rinascimentale e quindi probabilmente venne disperso nelle dinamiche della frana del 1618 che travolse tutto il centro di Piuro. Quasi certamente dovette appartenere ad un’importante personalità della Piuro antica e riflette il grande livello di ricchezza che i piuraschi avevano raggiunto agli inizi del XVII secolo.
L’anello si trova ora conservato e visitabile presso la nuova Sala delle Monete a Palazzo Vertemate-Franchi a Prosto di Piuro, e sarà reso eccezionalmente visibile durante l’Open Day agli scavi in programmamercoledì 9 ottobre nell’area di scavo al “Mot del Castel” dove è stata scoperta una parte dell’antico castello di Piuro.
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