Florio Vive 2024 – pranzo nell’antica casa del pastore a Soglio
Indugiare troppo sul banchetto medievale potrebbe ingelosire gli assenti. Il consiglio, a chi non c’era, è di non perdersi per nessun motivo il pranzo, imbattibile in bontà, delle prossime edizioni.
L’atmosfera all’interno della Stüa Granda faceva pensare al medioevo nella sua accezione più signorile anche grazie ai bei costumi cuciti per figli e parenti dei gestori.
L’evento, organizzato in una collaborazione tra il gruppo di progetto Florio-Soglio e Bregaglia Turismo, all’interno del Festival della Castagna, è stato introdotto da Elvira Salis, un fiume in piena di fonti storiche, di aneddoti e di lucida ed esaustiva descrizione della vita dei tempi passati.
Attrezzata di foto, erbe selvatiche e lettere antiche e appassionata come solo chi ama insegnare può essere, Elvira racconta un passato che non risalirà al medioevo e forse neanche al Rinascimento ma ad un tempo che le nonne di oggi sicuramente riconoscono. Racconta di un mondo in cui davanti ogni casa non c’era un parcheggio, ma un orto. Racconta che dopo una settimana in cui si sono mangiate caldarroste è giunto il momento di mangiare castagne bollite: più adatte alla domenica, così non si sporca il vestito buono.
Irresistibile il racconto di un Lorenzo Ruinelli di Soglio che raccomanda al figlio Gian, mercenario in Olanda, di mandargli la noce moscata: due volte e mezza più economica. D’altra parte “jeder Rappen zählt”, in ogni epoca e in ogni luogo.
Elvira racconta inoltre che sui maggesi di Bondo per avere acqua pulita si raccoglieva l’acqua piovana in cisterne.
Ai tempi il denaro era scarso e bisognava utilizzarlo esclusivamente per esigenze diverse dal vitto. La natura certo consentiva una coltivazione minore e meno variegata rispetto ad ora ma la conoscenza delle erbe selvatiche quali il buon Enrico (Blitum bonus-henricus) e la preziosa presenza degli animali domestici per ogni famiglia garantivano il fabbisogno di tutti.
Da segnalare il tributo al lavoro delle donne, occupate nell’educazione dei figli e la cura della famiglia, al lavoro nei campi, nelle stalle, in casa e nell’orto. Elvira termina con una Lode dedicata alle donne grigionesi, scritta in tedesco dal pastore Camenisch.
Donatella Rivoir
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