Meraviglie di Casaccia

In tantissimi hanno seguito la voce di Leo Mörikofer per le strade di Casaccia il 21 settembre. Per le strade del paese si è andati almeno due metri sopra il livello della Casaccia del 1500.
Da allora molte frane sono scese giù dalle sponde e tanto del materiale franato ha riempito le strade e le cantine. La passeggiata, lungo quella che era la vecchia strada principale, inizia ai piedi della Torraccia, già rudere quando Ulrich Campbell descrisse il villaggio nella sua topografia del 1573. Lo storico parlò della natura cruda del territorio, del trasporto di merci ai piedi del Settimo e del Maloja e della presenza di belle case.

Leo Mörikofer frequenta Casaccia da 70 anni, poiché vanta tra i suoi avi Tomaso Bazziger divenuto casaccino in cerca di sicuro guadagno in quello che all’epoca era un crocevia di commerci dovendo risollevare le sorti della sua famiglia gravata dai debiti ereditati.

Elenca e descrive più di venti luoghi tra stalle, mulini, piazze, chiese e abitazioni riportandoci all’epoca in cui sono arrivati il capostipite della famiglia Walther, Rodolfo Zuan il fabbro da Sils del cui figliolo ci legge una lettera, Garibaldi e Bismarck all’Albergo Stampa in letti con lenzuola di seta nel 1872 e Clara Salis che, sposando Agostino Gadina di Torriani, figlio del tesoriere di Carlo I re della Britannia unisce le notevoli ricchezze delle due famiglie baciate dal successo politico e professionale arrivando a possedere parte del Lago di Maloja, diritti doganali, una miniera d’argento in Val Perossa, un castello in Turgovia e una ditta a Trieste.
Sembra quasi di sentire la vita che si svolge intorno a Piazza Fontana con segni di spari su una facciata, tra vetturini, molinari, frati, fabbri ed albergatori.

La visita conduce all’interno del “Palazz” dove alcune delle signore presenti sono andate a scuola e nel “Cunvent” costruito indubbiamente come edificio religioso, come si evince dalle 13 trave sui soffitti o dalle volte a doppia apertura. L’edificio è però quasi subito stato adibito ad abitazione di famiglia dopo la Riforma e oggi una discendente di Valentino Rezzoli ne sta liberando il sottosuolo dal materiale sedimentato e tenta di riportarla alla struttura originale; tra i proprietari passati la famiglia Maroita, ricchi allevatori di cavalli. Nel Molin è vissuto il bisnonno di Giovanni Giacometti, Dorigo Santi Müller arrivato da Stampa.

Un villaggio dinamico Casaccia, diversamente da Soglio o Vicosoprano con le loro famiglie stabilmente residenti per due tre secoli o più. Un villaggio da cui partire dopo il congresso di Vienna o quando il Settimo perde di centralità, un villaggio sferzato dalla furia delle montagne circostanti e che sempre riparte, alzando le mura della propria chiesa di tre metri e conservando nelle proprie fondamenta la memoria dei propri defunti, marcati con vernice rossa sulle pareti.

Donatella Rivoir