Festival di teatro al Castelmur
Venerdì 26 e sabato 27 luglio la diciottesima edizione del Festival. In apertura l’esibizione dei ragazzi che per cinque giorni hanno imparato movenze e giocoleria da Anna Kiskanc e Santiago Bello.
Piera Gianotti e Emanuel Rosenberg salutano la nutrita schiera di appassionati ricordando le figure di Piero Del Bondio, artista a tutto tondo e Arturo Giovanoli, sempre di buon umore. Questi due giorni sono dedicati a chi, come loro, ama l’arte e il buon umore.
Si allargano gli spazi dove godere gli spettacoli: il giardino, il fienile, la rimessa, ma anche la chiesa di S. Pietro: La Lupa (Maryli Maura Herz-Marconi) vi si esibisce, suggerendo i fasti della sua quarantennale carriera, ancora rosso fiammante, ruggente e con una potentissima voce. Il suo spettacolo è fortemente voluto dalla pgi e dalla RSI-Rete due.
In un brulicare di bambini, tra la ricerca di una bibita o un caffè e la fila per giocare a biliardino, ci si incontra, ci si aggiorna e la sera arriva, decorata a festa, con lucine e la torre che diventa stroboscopica. Tra le offerte per gli abbonati, o per chi sceglie solo qualche spettacolo c’è il Teatro Saco de Huesos, un guidatore di marionette stanche, in bilico o ad un passo dal dirupo.
Cresce di edizione in edizione l’affluenza di pubblico per il Festival, che si vede costretto a repliche extra large, affinché tutti possano vedere gli spettacoli, subito sold out. Tanta è la gioia che il Festival di teatro al Castelmur porta in valle.
Non veicola ideologie, non pretende limitare la visione ad una singola fascia di età, un credo o un genere. È però portatore di contenuti; in particolare sabato 27 “Ymedioteatro”, un duo spagnolo, ha messo in scena con lo spettacolo “Eco” una serie di riflessioni sul tema del doppio, dello speculare, della coesistenza in ciascuno di noi di istanze opposte; del rapporto con sé e con gli altri fatto di attrazione e repulsione, di piacere della compagnia e contemporaneamente di bisogno di libertà. Nodi rossi che sono sostegno e limite da superare.
Insomma anche quest’anno si è concluso il Festival lasciando molta eco negli spettatori, esplodendo in un catartico ballo guidato dalla voce di Anna e dalle percussioni di Bello.
Donatella Rivoir
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