Per fare scappare l’orso
“Curiosità dal passato”: uno spazio per piccole notizie storiche.
Cronache della valle di Bregaglia di Gaudenzio Giovanoli stampata a Chiavenna nel 1910.
“1778. — In quest’anno il mese d’agosto Jo (Giacomo f a Ant. Maurizio) e mia madre Essendo Nargel un doppo pranzo che era una bellissima giornata ed era già qualche tempo che si desiderava la Pioggia, Vidimo con non picciol sorpresa levarsi rapidamente dalla parte dell’Alpe forcela de nuvoloni “spaventevoli di fumo fìnimo ben presto di metere a coperto quel pocho di Rasdif che avevamo a mane ed immediatamente mi portai a Vicosoprano avanti eh’ io arivi nella terra la nostra valle era già densa di fumo tal che atraverso apena accorgevasi il sole che era rosso come il sangue jo non sapeva nulla donde derivasse fui subito cognito che il fuoco era su la forcela e che tenor del fumo doveva essere terribile. Effetivamente abbracciava il bosco di Bargha la parte superiore come vidimo ben chiaro la notte che tutta la giente fu in piedi per la lor propria ed comune salvezza convasi da portare acqua all’occorenza.
Effettivamente la precauzione non fu inutile furono spenti vari fuochi che !e particelle portate dal vento ed appizzavano de trónchi marci, che abrucciavano come solfo. Mio padre s’imbattè in uno sur fontana chiara che estinse la notte a Noserina era chiara come di giorno il timore nella giente cominciò a svanirsi vedendo che il fuoco andava in su verso la cima del monte. Fu sonata campana a martello e corsero quantità di gente anche molti di Sotto Porta con scuri; tutti chi accorse ebbe un beveraggio che amontò a più di 200 fiorini a carico dei comune di Sopraporta. Questo fuoco durò ben nell’inverno a fronte anche d’una copiosa neve si videro delle grosse radici d’alberi atache al tronco dopo quasi 6 mesi discendere da loco al basso, nessun albergo fu consunto dalle fiamme solo una grande estensione di Bòscho con bellissime piante la più di pino che in molti paesi valevano più d’un millione fiorini, era bel vedere coll’occhio gli scherzi che faceva quel grand fuoco quando s’apizava ad una qualche gran Pianta a ben che sana e verde in un momento si vedevano ìnfiammate da cima a fondo tutti intiere e dopo tre o quattro minuti moriva e la pianta secchava in Piedi come se ne vedono ancor al giorno d’oggi con tutto che quasi trent’anni che ciò successe, per alcun tempo verso l’autunno si faceva la guardia per Ruota. Essendo in appresso in luogo di bosco formatosi de Pascoli questo fuocho fu acceso da pastori dell’Alpe forcella per fare scappare l’orso che insultava coi suoi complimenti il bestiame.”
Commenti recenti