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Il Centro Giacometti propone tre diverse mostre a Stampa

19 luglio 2024

Esposizioni//Contributo realizzato in collaborazione con Il Grigione Italiano\\
Il 29 giugno scorso è stata inaugurata la proposta culturale estiva del Centro Giacometti. L’offerta vede la presenza di tre esposizioni tematiche, in tre diversi edifici del villaggio di Stampa.



Possiamo parlare di un vero e proprio percorso culturale, che porta il visitatore a scoprire, oltre alle tre mostre, anche ambienti ed angoli del villaggio di Stampa, nascosti e di notevole bellezza. Le tre esposizioni sono dedicate una alla biografia di Augusto Giacometti, una all’emigrazione dei contadini bregagliotti che trovarono fortuna in Nuova Zelanda all’inizio del XX secolo e una a Giovanni Segantini e al suo rapporto con Giovanni Giacometti.

La partenza consigliata è nel fienile di una vecchia stalla dove sono posti, su dei pannelli, diverse foto e testi esplicativi che invitano il visitatore attraverso immagini del tempo di vita quotidiana a farsi un’idea di quello che potevano essere il contesto e la situazione in Bregaglia e nella campagne della Nuova Zelanda all’inizio del 1900; periodo in cui le ristrettezze economiche e una vita povera per gli abitanti della Bregaglia (soprattutto provenienti da famiglie contadine) spinsero questi a lasciare la propria terra natìa per intraprendere un lungo viaggio oltreoceano, in Nuova Zelanda appunto, vera e propria terra promessa.

Gli emigranti bregagliotti arrivavano come manodopera per contadini locali, come mungitori o allevatori, per poi avere la possibilità di fondare e sviluppare grandi aziende agricole con l’aiuto delle amministrazioni locali ed investendo quanto messo da parte. Si verificò così un notevole aumento del tenore di vita, che è possibile intravedere anche dalle immagini proposte dove si presentano davanti a belle case, ben vestiti o su carrozze. Contesto storico, questo, in cui Giovanni e Augusto Giacometti perseguivano invece la loro vocazione artistica. L’emigrazione oltreoceano iniziò con alcuni rappresentanti della famiglia Meuli di Nufenen, che furono poi raggiunti da alcune famiglie bregagliotte a partire dal 1910. In quel periodo emigrarono nella pianura di Taranaki, Elsbeth Meuli, che aveva sposato Ernesto Giacometti di Stampa, così come rappresentanti delle famiglie Stampa, Milesi, Martelletti, Clalüna o Gianotti. La sorella di Elisabeth, Maria Meuli, che a sua volta aveva sposato un bregagliotto (Otto Giacometti, fratello minore dell’omonimo pittore Giovanni), rimase in contatto con i suoi fratelli emigrati e per diversi decenni ricevette lettere e foto dalla Nuova Zelanda. Queste lettere descrivono le condizioni di vita degli emigranti e testimoniano sia il miglioramento della loro situazione economica, sia lo stressante sradicamento culturale.

La seconda esposizione situata all’interno del vecchio poligono di tiro di Stampa è una mostra documentaria su Segantini, con un approfondimento su Giovanni Giacometti; la parte su Segantini proviene da un dono da parte dell’associazione Arco Maloja al Centro Giacometti. Realizzata da Beat Stutzer, Ramun Spescha e Silvio Schmed, la mostra era stata pensata per l’Atelier Segantini di Maloja, dove fu esposta per soli tre anni (2003-2005), per poi essere proposta alla torre Belvedere di Maloja.

La mostra è incentrata sull’arrivo di Giovanni Segantini a Maloja ed in particolare sul progetto per la realizzazione di un dipinto raffigurante il panorama engadinese per un padiglione alla esposizione di Parigi del 1900, dipinto di grandi dimensione lungo 200 e alto 20 metri; in questo lavoro Segantini coinvolse Giovanni Giacometti. Il progetto fu in seguito non realizzato per gli enormi costi non finanziabili. Segantini sviluppò poi un progetto alternativo, in cui venivano rappresentati tre panorami, uno di questi avente come oggetto l’Engadina e gli altri due angoli della Bregaglia, da parte dei suoi committenti engadinesi. L’opera conclusa fu poi esposta nel padiglione italiano. L’opera oggi è esposta al museo Segantini di St. Moritz ed è una delle opere forse più celebri del pittore, il trittico La vita, la natura, la morte.

L’altra parte della mostra, non appartenente al lascito, ma realizzata da Marco Giacometti e da Virginia Marano, approfondisce il rapporto tra Segantini e Giovanni Giacometti il quale, oltre a collaborare nel progetto dell’esposizione, nutriva una profonda stima per l’opera del Segantini del quale studiò la tecnica pittorica del divisionismo. Giovanni Giacometti dipinse Segantini sul letto di morte nella Chiesa Bianca di Maloja, si può senza dubbio dire che Segantini fu importante nella crescita artistica per Giacometti.

La terza mostra, ospitata al piano interrato della struttura del Centro Giacometti, è dedicata ad Augusto Giacometti ed in particolar modo alla biografia realizzata da Marco Giacometti lo scorso anno in occasione del 75º anno dalla morte del famoso pittore bregagliotto. In questa biografia vengono approfonditi gli scritti e le opere di Augusto in modo da esplorare la visione dell’arte dell’artista. Mostra che è stata inaugurata lo scorso anno e che quest’anno è stata arricchita dalla presenza di alcune lettere in dialetto bregagliotto derivanti da una corrispondenza fra Augusto Giacometti e Margherita Maurizio Silvestri sua compagna di giochi nell’infanzia a Stampa.

Mostre

Un momento dell’inaugurazione della mostra.
Foto di Roberto Lisignoli.

Renato Tomassini

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