Cine-culto
Intervistiamo la Pastora Simona Rauch circa la sua iniziativa denominata “Cine-Culto”.
Come è nata l’idea di proporre i film?
L’idea è nata tre anni fa, con l’intento di proporre una nuova attività nel corso della settimana. Durante le prime due stagioni abbiamo proposto una serie di 4-5 film nei mesi invernali su un tema particolare. Il primo anno «Dala schiavitù alla libertà» e il secondo anno “Si può ridere di tutto?”.
Il progetto di quest’anno è stato leggermente diverso e ha voluto fare in un certo senso un passo in più e raccogliere una nuova sfida, quella di scoprire se cinema e culto possono in qualche modo incontrarsi. In particolare, ho voluto provare a mettere in dialogo alcune riletture cinematografiche moderne della figura di Giobbe con la lettura e la meditazione dell’antico libro biblico.
La vera novità di quest’anno è stata dunque che, accanto alla proiezione del film durante la settimana, ho proposto una serie di tre cine-culti, cioè tre culti che si riallacciavano al film visto insieme e che hanno tentato ogni volta di mettere in dialogo alcune pagine del libro di Giobbe con alcune scene delle trasposizioni cinematografiche scelte.
Ho costruito e sperimentato così ad hoc un culto un po’ diverso dal solito in cui ho voluto accostare Bibbia e cinema intorno a uno dei personaggi forse più famosi della Bibbia, quello di Giobbe.
Questi i quattro film che ho scelto e che in un modo o nell’altro riprendono o si ispirano tutti alla figura di Giobbe:
- “Adams Äpfel” (2005), del regista danese Anders Thomas Jensen,
- “A serious man” (2009), dei fratelli J. ed E. Coen,
- “Leviathan” (2014), del regista russo Andrey Zvyagintsev,
- The tree of life” (2011), del regista statunitense Terrence Malick, che inizia proprio con una citazione del libro di Giobbe (Gb 38,4-7): Dov’eri tu quando io fondavo la terra, quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme?
Per l’ultimo appuntamento, venerdì scorso, ho deciso di proiettare il film all’aperto, sulla piazza di Vicosoprano. Il tempo è stato dalla nostra parte e ci ha permesso così di vivere un’esperienza ancora diversa. Il percorso che ho proposto è stato una novità assoluta anche per me e devo ammettere che cammin facendo mi sono appassionata sempre di più! Il culto ha avuto una forma molto diversa dal solito. Al di là della scelta di questo libro così particolare e interessante, mi è piaciuta l’idea che ci fosse ogni volta una continuità tra un evento vissuto in settimana e il culto domenicale.
Come hanno reagito le persone?
Ci sono persone che hanno seguito l’intero ciclo di film e di cine-culti e che hanno reagito con grande interesse a questa iniziativa. I film si potevano vedere senza partecipare ai cine-culti della domenica successiva e, viceversa, i cine-culti si potevano seguire anche senza aver visto il film per intero. Ma chi ha assistito a entrambi ha trovato che aver visto il film facilitava la comprensione del culto e che il culto permetteva di riscoprire il film in una prospettiva diversa. In questo senso posso dire che la sfida di mettere in dialogo un film con un brano biblico è riuscita.
Qual è il bilancio di questa iniziativa?
Al di là dei numeri, la partecipazione è stata davvero molto attenta, interessata e partecipe. Il bilancio è molto positivo. Anche dal punto di vista personale è stato un lavoro appassionante, che mi ha arricchita permettendomi di approfondire lo studio di questo libro biblico e di sperimentare allo stesso tempo nuove forme di celebrazione e di predicazione
Ora, che prospettive hai per il futuro?
Per quanto riguarda le serate film penso che il progetto sia senz’altro quello di continuare a proporne anche in futuro. Per quanto riguarda il libro di Giobbe, tra che hanno partecipato a questa esperienza c’è chi ha già lanciato l’idea di approfondire la lettura di questo straordinario libro, magari attraverso uno studio biblico. Quindi il progetto di quest’anno probabilmente avrà un seguito sui due fronti, sia per quanto riguarda i film, sia per quanto riguarda Giobbe.
Paolo Pollio
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