Quali le tracce della Riforma in Bregaglia?
//Contributo realizzato in collaborazione con Il Grigione Italiano\\
Conferenza di Itala Vivan. Florio vive 2023.
Florio Vive è una serie di appuntamenti di vario tipo: concerti, culti, conferenze che il gruppo di progetto Fllorio-Soglio organizza per mantenere vivo e portare a conoscenza di più persone possibili le personalità e le opere di Michelagnolo e Jon Florio, personaggi che hanno vissuto un periodo importante della loro vita a Soglio in Val Bregaglia.
Michelangolo Florio partecipò attivamente alla Riforma, e questo lo portò a dover lasciare l’Italia per portarsi prima in Inghilterra dove in pochi anni di presenza, arrivò grazie alla sua vasta cultura a prestare i suoi servizi negli ambienti reali dell’epoca.
Fu costretto, insieme alla sua famiglia a lasciare l’Inghilterra, nel 1555 si stabilizzò poi a Soglio come pastore, nella comunità locale che aveva appena da due anno aderito alla riforma.
La conferenza di sabato scorso aveva l’obiettivo di indagare quali sono le tracce, di questo importante passaggio storico, che oggi sono ancora presenti nella cultura della Val Bregaglia.
Per assolvere nel migliore dei modi a questo obiettivo Patrik Giovanoli referente del gruppo di progetto Florio-Soglio, insieme ai suoi collaboratori, ha invitato la professoressa di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, Itala Vivan.
La signora Vivan ha frequentato Soglio per 30 anni, conseguendo una buona conoscenza delle caratteristiche che contraddistinguono la cultura, la vita sia del popolo bregagliotto che delle sue istituzioni. Molte di queste caratteristiche sono da attribuire all’adesione alla Riforma, adesione che ha segnato una netta frattura con il passato, in ambito politico, sociale ed economico.
La Riforma in Bregaglia è particolare, perché non arriva dal nord, ma dal sud, dall’Italia, con il contributo di uomini che in un primo momento cercarono di portare il pensiero riformatore nella chiesa cattolica, che poi in seguito al pericolo di essere perseguiti furono costretti a fuggire, e uno dei loro rifugi fu la Bregaglia e Soglio come nel caso di Michelagnolo Florio, di Pier Paolo Vergerio e Agostino Mainardo. Queste fughe provocarono l’arrivo di un vento di novità nel territorio bregagliotto con personalità e menti tra le più brillanti dell’epoca, che ebbero la possibilità di condividere il proprio credo con la comunità locale che si apri a questa nuova parola che prometteva nuove forme di libertà.
Dopo una prima parte della conferenza dove è stato fatto un panorama di quello che è stata la riforma, la signora Vivan è passata all’analisi della cultura della valle e alle tracce ancora presenti che si possono attribuire alla riforma stessa. Quanto e che cosa nella cultura della Bregaglia attuale rivela le tracce ancora vive della riforma?
Sono stati proposti tre filoni quello della vita comunitaria e civile, la cultura e l’economia e poi l’economia e l’etica.
Riguardo alla vita comunitaria e civile si può notare uno straordinario spirito di indipendenza, sia nei comportamenti individuali che comunitari, indipendenza che è stata alla base della Riforma; altro aspetto è il controllo sociale che deriva dalla struttura stessa della società e dalla Riforma che richiedeva una continua e pubblica professione di santità visibile del cristiano riformato, e dunque lecito era il controllo sociale. Altro aspetto è il legame con la proprietà privata legame che deriva da una visione Calvinista.
Il secondo gruppo è quello della cultura e dell’economia qui si può far riferimento alla pulizia e all’ordine che si percepisce nel territorio, per Calvino la sporcizia era un segnale del peccato e questo ha portato anche alla austerità oggi presente sia nelle chiese, attraverso l’abolizione di tutte le immagini che erano sovrapposizioni allo spirito originale. Segni della riforma si hanno anche nel rapporto con la musica e con la lingua italiana.
Per quanto riguarda l’economia e l’etica sociale è importante il rapporto con il lavoro che vede il principio della dignità di ogni lavoro che deve essere sempre remunerato equamente, secondo i principi della Riforma, Calvino parla molto di questo, l’operosità è un segno preciso della santità compresa la capacità di fare profitti attraverso il lavoro. Il denaro per Calvino non era spregevole, ma strumento di Dio. Questo è visibile nella pratica, anche se il contesto di oggi è diverso rispetto ad allora. Questo aspetto secondo la Vivan va a dare un forte slancio al capitalismo europeo che è partito nelle nazioni in cui la riforma ha preso piede.
Il ciclo di appuntamenti con Florio vive proseguirà all’insegna delle donne con l’appuntamento di sabato 4 novembre con una conferenza di Marianna Iannaccone: “La doppia vita di John Florio: nuove testimonianze del suo contributo al Rinascimento Inglese” a Castasegna alle 17.00 nella sala comunitaria, il culto di domenica 12 novembre presieduto da Simona Rauch alle ore 9.00 a Soglio nella chiesa di San Lorenzo per chiudersi poi il 29 novembre con una conferenza della Dottoressa Maria Magnini dal titolo: “Dalla peste al covid, oltre la malattia” che si terrà nel Centro Sanitario Bregaglia.
Renato Tomassini
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