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La lumaca appisolata della politica delle minoranze

30 agosto 2023

//riceviamo e pubblichiamo\\
Di Luigi Menghini.

Allegato al Messaggio sulla cultura della Confederazione (per la cui nuova “edizione” per il periodo 2025-2028 è ancora aperta una consultazione fino al 22 settembre), nel maggio 2019 è stato pubblicato uno studio commissionato dall’Ufficio federale della cultura sulla promozione delle lingue minoritarie nel Cantone dei Grigioni. L’unica specifica raccomandazione per la promozione dell’italiano in questo studio afferma che “è indispensabile rafforzare l’accettazione e l’uso dell’italiano nell’amministrazione cantonale e nel servizio parapubblico» e che, a tale scopo, è necessario «che gli italofoni non vengano più discriminati nel reclutamento del personale e che l’italiano diventi una lingua di lavoro a tutti gli effetti (…)”.

Dopo quattro anni, su questo tema, il Cantone si muove ancora a passo di lumaca. La maggior parte dei suoi annunci di lavoro esige ancora “un tedesco molto buono e stilisticamente sicuro”, e solo a volte anche “una conoscenza di base (N.B.: non di più!) di una seconda lingua ufficiale”. In altri casi si legge: “la conoscenza dell’italiano è auspicabile, ma non è un prerequisito” (vale a dire: il prerequisito è invece il tedesco). Questi recenti esempi di bandi di concorso provengono dal Dipartimento dell’educazione, cultura e ambiente, cioè dal dipartimento che dovrebbe assumere un ruolo di esempio e guida per tutti gli altri. Quanto più alto è il livello di funzione (e di classe salariale), tanto più esigenti divengono i prerequisiti di padronanza del tedesco, fino a livelli di competenza che non si trovano facilmente neppure tra i madrelingua. La raccomandazione fondamentale dello studio sopra citato, prodotto dal Centro per la democrazia di Aarau, sembra quindi essere stata disattesa: i grigionitaliani e la loro lingua continuano come minimo ad essere svantaggiati, se non persino manifestatamente discriminati.

La sensibilità dei quadri rispetto alla questione del plurilinguismo ha un chiaro impatto sul processo di reclutamento del personale, come dimostrano svariate ricerche. È altrettanto noto, sempre sulla base delle stesse ricerche, che tale sensibilità è più forte tra le minoranze (non solo linguistiche), così come la sensibilità per il tema delle pari opportunità di genere è senz’altro più diffusa tra le donne. Ma quanti sono gli italofoni e, in particolare, i grigionitaliani che lavorano nell’amministrazione cantonale? Abbastanza pochi. E tra i quadri intermedi e superiori? Ancor meno.

Fin dagli inizi dello stato federale alla metà del XIX secolo – si legge nel Commento sangallese all’articolo 4 della Costituzione federale – l’eguaglianza delle lingue nazionali non costituisce soltanto il fondamento giuridico di una politica delle minoranze linguistiche, ma anche, “in ultima analisi, nella sua parziale comprensione come eguaglianza di fatto (o materiale), l’obiettivo di siffatta politica delle minoranze”. In parole semplici: senza una strategia mirata all’eguaglianza, non può esserci alcuna politica delle minoranze linguistiche come noi svizzeri dovremmo intenderla. Di fronte all’apparente stato d’immobilità della situazione, bisognerebbe dunque oggi chiedersi se la lumaca della politica delle minoranze grigioni non si sia comodamente appisolata là dove stava.

Al riguardo del tema della parità di genere un membro del Governo cantonale ha recentemente dichiarato: “È necessario un cambiamento culturale. Questo non avviene da solo, ma deve essere esemplificato e, soprattutto, sostenuto da tutti coloro che sono chiamati a prendere decisioni”.
Sarebbe auspicabile che questo cambiamento culturale avvenisse anche per quanto concerne il plurilinguismo e la rappresentanza dei grigionitaliani nell’amministrazione cantonale. Senza una simile trasformazione culturale, la lumaca continuerà – purtroppo – beatamente a dormire.

P.S.: Il sito web diversity-gr.ch recentemente presentato dal Cantone è disponibile soltanto in tedesco. La parità di genere è forse auspicabile solo nel Grigioni tedescofono?

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