La settimana progetto
Seconda parte. Mercoledì e giovedì si sono concentrate principalmente alla ricerca delle strade romane sul territorio tra il Passo del Giulia e la Bregaglia.
Il Passo del Giulia in periodo romano
Mercoledì siamo andati sul Passo del Giulia accompagnati dalla nostra guida Tumasch Planta. Ci siamo concentrati per scoprire le tracce che ci hanno lasciato i Romani.
Grazie agli studi di Tumasch Planta e di suo padre Armon Planta, ora si può dire con certezza se su alcune strade alpine dei Grigioni sono transitati i Romani.
I due ricercatori hanno sviluppato un sistema per distinguere le varie fasi della storia. Per distinguere i sentieri Romani, Planta ha costruito un modellino di un carro romano con le ruote distanti 107 cm; usandolo hanno riscoperto delle scanalature lasciate dai Romani.
Se si trovando queste scanalature si può sapere con certezza che in quel punto sono passati i romani. Il Passo del Giulia era l’unico passo carrabile delle Alpi centrali. Molti pensavano che le strade romane alpine fossero vie ampie, ma Armon ha smentito questa supposizione. Molte strade si modificavano perché i sassi si spostavano in basso o si consumavano. Usavano molti sistemi diversi per riuscire a superare una salita molto ripida, ad esempio le carrucole.
Alcune strade romane sono state usate più tardi dai somieri e soldati medievali che invece di usare i carri come i romani caricavano la merce direttamente sulla bestia da soma.
La Motta di San Pietro e il masso Avello
La Motta è una collina tondeggiante nei pressi di Coltura che si è formata grazie ad una grande frana in tempi antichi.
Qui fu scoperto un insediamento dell’Epoca del ferro. Nei primi anni del 1960 furono inoltre portati alla luce un coltello di ferro, un po’ di ceramica, il frammento di una molla di spilla bronzea e un fusaiolo in pietra ollare.
Il masso Avello è una tomba a vasca che ancora oggi si trova poco sotto la strada cantonale che passa alla Palü. È lunga circa 1,92 m, larga 82 cm e di solito è piena di acqua piovana. La tomba fu scoperta nel 19° secolo e la lavorazione della superfice della tomba indica che in origine aveva un coperchio, che oggi non si trova più.
Il menu romano
Come mangiavano i Romani? L’alimentazione tipica comprendeva erbe selvatiche, verdure, legumi, olio, vino, uova, carne ovina e suina, escludendo la carne bovina: il bue era utilizzato esclusivamente per la coltivazione dei campi. Alcuni piatti tipici erano piadine o focacce, cotte nella cenere, a cui si accostavano formaggio, olive, uova o funghi, insalata di polpa di pane e cacio, con olio d’oliva e capperi. L’alimentazione dei ricchi includeva molte varietà di piatti, mentre quella dei poveri comprendeva spesso legumi o grano.
Giovedì, a pranzo, abbiamo assaggiato un menù romano preparato da alcune scolare, dalla maestra e dal cuoco della scuola. Abbiamo preparato carne con della pancetta legata attorno, con miele e nocciole e una foglia di alloro come decorazione e del risotto biologico con chicchi di avena, orzo pelato, spelta, riso integrale, lenticchie, grano saraceno, segale e riso selvatico.
Ragazzi e ragazze di prima e seconda secondaria e d’avviamento pratico di Stampa
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