Dodici le capre predate, ora il lupo fa ancora più paura a Piuro
Dopo i primi sette ritrovamenti nella zona di Pian Cantone, il bilancio è salito ancora. “La situazione è drammatica”.
Sono dodici le capre dell’azienda La Sponda di Piuro trovate morte negli ultimi due giorni. Un bilancio che era partito con i sette primi ritrovamenti effettuati nella zona di Pian Cantone, sulla sponda sinistra della Val Bregaglia al confine tra i territori di Piuro e Villa di Chiavenna, e che è purtroppo cresciuto. Il lupo, ma il sospetto a questo punto è che ce ne sia più di uno, ha colpito ancora e lo ha fatto duramente ai danni dell’azienda della famiglia Lucchinetti di Piuro.
Mercoledì gli ultimi ritrovamenti di capi morti nell’area boscata della zona: “Temevamo il peggio dopo i primi ritrovamenti – spiega Renato Lucchinetti – e, infatti, abbiamo trovato ancora altre capre morte. Sono tutte da latte e alcune anche in attesa di partorire. La situazione è drammatica. In questi giorni ci siamo attivati per tenere gli animali sotto controllo e una parte l’abbiamo riportata a valle, ma così diventa ingestibile”.
Visto quello che è successo negli ultimi giorni titolari dell’azienda temono anche per le sorti del gregge di pecore che sono al pascolo in un alpeggio non lontano, nella zona della Val Orgina: «Presto dovremo portare a Pian Cantone anche le mucche e non sappiamo proprio cosa fare» spiega ancora Lucchinetti. Il dubbio se correre il rischio o meno appartiene ormai a tutti gli allevatori, tanto che alcuni tra loro, vista la situazione, hanno già dichiarato di non avere intenzione di caricare l’alpeggio.
Una prospettiva che gli amministratori locali sottolineano essere preoccupante per la manutenzione del territorio alle quote più alte: “Negli ultimi due anni la proliferazione del lupo è stata impressionante e, a mio avviso, anche difficilmente comprensibile. Ogni giorno ci sono avvistamenti di quattro-cinque esemplari. Sicuramente su quella sponda della Val Bregaglia ce ne sono almeno due, visto che sono stati avvistati nella zona di Laghetti nelle scorse settimane”.
Tenere gli animali nel fondovalle non è possibile, così come recintarli completamente: “Non possiamo mettere paletti e fili su tutta la montagna – continua ancora Lucchinetti – e tra l’altro si tratta di animali abituati a circolare liberamente e rientrare solo per la mungitura”. Ma non solo.Ultimamente comincia a serpeggiare anche un po’ di timore per l’incolumità dell’uomo.
Gli episodi di aggressione del lupo all’uomo nel corso dei decenni, almeno in Europa, sono statisticamente insignificanti, ma la paura non è certo controllabile razionalmente. “Sicuramente il lupo è un animale schivo e fino a ieri non avevo mai pensato a questa possibilità – conclude Lucchinetti – . Non nascondo, però, che l’idea di trovarmi davanti tre-quattro lupi mentre ero nel bosco mi è venuta e non mi lascia tranquillo”.
Fonte: www.laprovinciadisondrio.it
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