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Alla scoperta della geologia bregagliotta

3 aprile 2023

“Warum der Piz Badile so jung ist? Eine vorsichtige Annäheruhg an die Geologie des Bergells+14 Ausflugstipps”. Con questo suo libro Walther Hunkeler accoglie i molti interessati nella mensa delle Scuole di Stampa, occasione voluta dalla sezione Bregaglia di Pro Natura.


In sala ci sono dei geologi, c’è chi lavora l’argilla, guide alpine, appassionati di montagna da vari punti di vista. Hunkeler premette che la geologia è un osso duro, durissimo. Mostra un aspetto dei sassi, delle montagne, della crosta terrestre insolito: parla di trasformazioni che durano milioni di anni, spiega che la crosta terrestre inizia solo 35 km sotto i continenti e 8 km sotto gli oceani.

Trasporta i presenti in una dimensione in cui l’essere umano partecipa, generazione dopo generazione, fatto dello stesso materiale dei sassi e delle stelle, a questa incomprensibile danza intorno al sole, motore misterioso come misteriose sono le leggi fisiche e chimiche che regolano noi e gli astri su cui viaggiamo.

La Bregaglia, nel momento in cui l’Europa e l’Africa si sono separate, si trovava sul codino di una placca a parte in cui si trovava la Spagna, sul versante africano. Ciò che noi oggi possiamo esplorare è il risultato di movimenti avvenuti ere fa e il granito del Pizzo Badile è più giovane rispetto al resto, esteso per 25 km tra Italia e Svizzera.

Il signor Hunkeler fa rimanere la platea a bocca aperta: è gentile, più semplice non si potrebbe, conosce tutti quelli che conoscono i sassi delle valli circostanti e con fare umoristico regala curiosità sulla geologia che non è mai sembrata così inafferrabile, quasi immateriale (contengono 4 volte più ossigeno i sassi di quello che respiriamo noi).

D’ora in poi non si potrà più usare la roccia come metafora di immutabilità perché ciò che oggi è gneiss potrebbe tra qualche milione di anni diventare granito, se così dovrà essere.

Donatella Rivoir

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