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Nota di Antonio Fasciati – 1a, 2a, 3 e 4a parte

24 febbraio 2023

“Curiosità dal passato”: uno spazio per piccole notizie storiche.


Cronache della valle di Bregaglia
di Gaudenzio Giovanoli stampata a Chiavenna nel 1910.


“1806 – 1° febbraio.

Memoria e Descrizione
Aviso in Esortazione
Gravi danni
Successi in questo anno:

Sarà dunque ben pendente
Chi profìtta di documenti.
In questo anno del Signore
Mille ottocento e sei
A mostra qualche vigore
Nel piccol Borgo di Punzeil
Il lunedì à principiato
A venir neve sempre a basso
E ciò sempre continuato.
Sin tutto il primo sabato,
Giorno primo di febbraro
Circa a mezzogiorno chiaro
La lavina à dirocatto
Case stalle e tobiatto
E nelli albèrghi dirocati
Del bestiame morto è restatto
Delle capre e pecorelle
Vacche manze e vitelle.

Ma il più che fa terrore
Che ancor gente d’onore
Cioè tre degl’abitanti
Restaron morti in quell’istante
Due di questi eran giùgali
Ben vecchi però quei tali
Figli ora non avevan
E sperar più ne potevan
L’uomo in stùa sedeva.
Appo la meisa leggeva.
E la moglie nel tobiato
E ambedue son restati.
Altra donna attempata
Ma non stata maritata
Appo la bocca della pigna
Restò morta per la ruina.
La sorella poi di questa
Una donna ben onesta
Nella stùa col molinel
E fu rotto ancora quel
E la stiia rovinata
Ma lei dal signor fu salvata.
Un’altra vecchia fu intrigata
In la lavina ma salvata.
O angoscia o dolore
Per li restanti ancora
Che in quel caso di spavento
Son resta ancor viventi
Questo corso di terrore
Deve morir ogni cuore
A una vera emendazione
Se vuol trovar compassione.

Più ancora a Nasarina
Di Mortaira la lavina
Qualche stalla diroccò
E del Ciot ancor la casa
E ancora un po’ rovina
La casetta Cad Duna
E sopra Montac fu diroccata
Di scalota quel tobiato.
Soglio ancora Sotto-Porta
A sofferto fatai sorta
In una resìga e Mulini
Che sono andati in ruvina.
E per quanto vien riferto
Su ne’ monti ancor soferto
Altri danni che fùr fatto
Per la neve chè cascatta.
L’anno scorso siamo stati
Qualche poco visitati
Con la neve e la lavina
Che ha cansà qualche ruvina.

Nel pian della Folla nominato
La lavina giù à portato
Quasi tutto quel gran bosco
E giù nel piano la portato
La lavina ancor fu quella
Che una stalla forte e bella
Che sul mulin di Casaccia fu
La sfracata tutta giù
E delle case appresso
Sforzò porta e finestra
Entrando neve e vento
Che causò grande spavento.
In Loppia a Lizun di là
E venuto giù gran lavina
Che un tobiato che era di qua
E andò tutto in rovina
E sì grande che fu tale
Che portò gran materiale
Nel Cadelpian ne pratti
Con stento furon nettati.
Sopra Catcior di fuori
Qualche stalletta ancora
Sopra quelli monticelli
E abbasso ancora quelle
A queste visite clemente
Siamo restati impenitenti
E quest’anno o dura sorte,
In alcuni strana morte!
Questi casi ed altri ancor
Son mandati dal Signor
Per ritrarre il peccator
Dalla strada dell’error
Lasciar del satan la malizia
Che tenta all’amicizia
Sapendo che sicur è tale
La radice d’ogni male.

Curiosità dal passato.

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