I jeans della nonna
Ricordi di Coltura. Di Silvia Corfu.
La mia nipotina mi chiede se non ho un bel vestito; sei sempre in jeans, dice!
Vero ma, spiegarle il perché di questa mia passione diventa tutto una storia.
Quando ero piccola mia nonna e tante altre anziane portavano ancora gonne che coprivano la caviglia – di solito nere. Penso che era l’ultima generazione di donne con la gonna lunga, perché mia mamma, le zie e altre donne che eran quarantenni negli anni cinquanta non la portavano più. Però – a parte l’Ada che viveva nella casa vicino alla scuola- le donne di quel tempo non portavano pantaloni neanche in inverno. In valle non si praticavano sport invernali e dunque non si vedevano donne in pantaloni da sci.
Noi ragazze avevamo pantaloni di stoffa di lana grossa per l’inverno ma – nel nostro caso - mia mamma ci faceva mettere il grembiule per la scuola sopra i pantaloni.
Erano grembiuli di cotone che la mamma cuciva sulla sua vecchia Singer, con bottoni dietro e una cintura che si allacciava dietro fatta della stessa stoffa e, maniche lunghe – appunto per la scuola.
Appena arrivava la stagione mite quei pantaloni venivano messi via e noi si ricominciava con la gonna. Non avevamo pantaloni estivi e, a me piacevano tanto. Li vedevamo nel catalogo del Jelmoli o nelle riviste che mia zia teneva in casa.
A me piacevano tanto, tanto quelli della Iolanda di color capri, stretti alla caviglia, con un piccolo taglio dalla parte che lei poi portava con eleganza accompagnate da ballerine (scarpe) bianche. Così era la Iolanda quando usciva dal culto della domenica, o quando andava a passeggio con le amiche la domenica pomeriggio. A me sembrava una di quelle attrici del cinema che vedevo nelle riviste di mia zia.
Intanto io supplicavo la mamma per avere un paio di pantaloni da portare in estate. Non pretendevo che fossero come quelli della Iolanda – già signorina quando io ero ancora una mocciosa – volevo solo sentirmi libera di arrampicarmi, scorrazzare coi cugini maschi, star seduta sui muri senza dover sempre tirar giù la gonna: tira giò la rasa, diceva la mamma.
A me pare di aver supplicato per anni e anni perché un giorno – avevo 13 anni – che c’era la vendita della Fürsorge la mamma mi portò un paio di jeans del colore vino-bordeaux. Che regalo!
Non l’ho più dimenticato anche perché era la mamma che me li dava dopo aver insistito per secoli che i pantaloni erano per i maschi.
La mia nipotina che ama mettere le gonne rimane perplessa. Io amo i jeans perché avevo 13 anni quando finalmente ho potuto mettermeli senza essere criticata.
PS: La Fürsorge era un’associazione che si occupava di provvedere indumenti, forse anche altre cose, ai bisognosi. Da noi arrivava una volta all’anno e, le donne facevano la corsa per accaparrarsi gli indumenti più belli.
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