Porte aperte al cantiere
Sabato 15 ottobre, dalle 9 a mezzogiorno, c’è stata la possibilità di visitare i lavori in corso tra Bondo e Promontogno. Vari addetti hanno condotto i presenti sui nuovi ponti e lungo gli argini che verranno.
Il cantiere è enorme, l’opera procede senza sosta e nel 2023 il più piccolo dei ponti, quello che unirà i due paesi, sarà pronto, qualche metro più sotto rispetto al precedente.
Il ponte sospeso può essere spostato, si può allungare o accorciare a seconda del sito che lo ospiterà.
Nei prossimi anni, chi passerà in macchina vedrà il paesaggio da una prospettiva di 5 metri e mezzo più in su rispetto alla strada cantonale attuale e 4 metri più in alto rispetto alla strada che ora collega Promontogno a Spino.
Il letto del fiume Bondasca, con il recupero degli argini del 2015, ora più forti e alti, può ad oggi contenere 300’000 metri cubi di materiale. Ai lati dell’alveo sono state costruite due strade che consentiranno ai camion di togliere il materiale che man mano scenderà dalla Val Bondasca, per depositarlo nel deposito a Caltüra.
I cavi elettrici sono stati interrati poco sotto il ponte di Promontogno e rispuntano in superficie a metà Caltüra, più in sicurezza rispetto al passato quando un pilone era situato al bordo del fiume ed era rimasto miracolosamente illeso con il distacco del 2017.
Nel 2024 verrà demolito l’attuale ponte che dalla strada cantonale porta a Spino-Flin-Soglio, verrà rifatta la strada Promontogno-Spino e sarà costruito il riparo per la nuova fermata dell’AutoPostale.
Gli argini saranno costeggiati da una strada che condurrà dalla fermata al ponte superiore, con vista su alcuni orti a disposizione dei cittadini.
Tutto ciò che dal lato ingegneristico ed umano era possibile fare per assicurare il futuro dei ponti e dei loro utenti è stato messo in campo, non rimane che pazientare un altro poco e confidare nella clemenza della natura.
Donatella Rivoir
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