Augusto e Alberto Giacometti alla Ciäsa Granda
Grande successo della mostra Augusto Giacometti il maestro dei colori e Alberto Giacometti Paris sans fin. Iniziata il 1° giugno, consente di visionare luoghi e opere legate ad artisti che condividono paese natio e cognome fino al 20 ottobre 2022.
Al piano terra del Museo Ciäsa Granda una serie di quadri, curati da David Wille, mostrano la passione di Augusto (1877-1947) per la natura che egli riproduce talora avvicinandosi al soggetto fino a sembrare un precursore dell’arte astratta, talvolta allontanandosene tanto da lasciare sul supporto un’indefinibile festa di colori in cui i contorni quasi scompaiono.
Augusto lasciò giovanissimo sua madre, la casa e la valle per studiare a Zurigo e a Parigi. Studiò presso la Scuola d’arte e mestieri e seguì gli insegnamenti di Grasset alla sua scuola-laboratorio «art nouveau». Visse lungamente in Toscana e visitò l’Europa e l’Africa mediterranea. Visse in un’epoca scoppiettante di suggestioni, di avanguardie. Si confrontò con rappresentanti della soave pazzia dadaista, venerò Beato Angelico, conobbe Gustav Klimt, Egon Schiele eppure rimase sempre e solo fedele a se stesso, tentando di sviluppare la propria individualità come una pianta la quale ha tutt’altri caratteri e tutt’altri fiori dalla pianta vicina.
Sempre al piano terra del museo si possono ammirare alcuni lavori di Diego Giacometti, scultore e fido assistente di suo fratello maggiore. La scultura di Eli Lotar, dopo estenuanti sedute in cui il fotografo faceva da modello ad un Alberto mai soddisfatto, si trova ora nella sala Giacometti-Varlin: ultima opera incompiuta, fu ultimata da Diego e situata sulla sua tomba prima che la prudenza spingesse ad assicurarla nel museo.
Al primo piano trovano posto una scelta di litografie di Alberto Giacometti, grazie al dono dei coniugi Urfer della IV copia delle 20 autografe di «Paris sans fin» in cui la Ville Lumière è rappresentata dall’interno di una cabriolet o in un atelier, da una sedia di un café o nei volti incontrati a passeggio.
Esperienza unica è poi la visita all’unico atelier aperto al pubblico (dal 2016) per gli amanti delle opere di Giovanni Giacometti e del suo celebre figlio. Lì è dove dal 1905 i due pittori hanno operato, dove Alberto ha osservato suo padre lavorare, ha respirato la passione per il Rinascimento italiano, ha seguito le discussioni con gli amici Giovanni Segantini, Cuno Amiet e gli artisti con cui manteneva una fitta corrispondenza.
Chi ha maggiori curiosità su Augusto può passeggiare fino alle due chiese vicine: a Borgonovo per ammirarne la vetrata alla luce mattutina e a Coltura, con buone gambe, per godere di un suo dipinto su lino.
Donatella Rivoir
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