Prosegue a Castasegna la lotta alla cespica
Questa volta l’attività primaverile che Pro Junior Grigioni organizza ormai da qualche anno per i ragazzi e le ragazze della secondaria è letteralmentre andata alle radici di una piaga. Mercoledì 25 maggio, una trentina di giovani, sotto la guida di Vico Roganti, Gianni Pedroni e del sottoscritto, ha dichiarato guerra alla cespica, una neofita invasiva che si sta diffondendo sempre più prepotentemente.
La cespica (Erigeron annuus) è una pianta erbacea originaria dell’America settentrionale, che cresce con grande facilità, specialmente sui terreni poveri; presenta delle simpatiche infiorescenze simili a delle margheritine, tanto che, lì per lì, a vederla, ti viene da pensare che va bene che ci sia. E invece è una fregatura: la cespica è una pianta carina sì, se vogliamo, ma tenace, di veloce propagazione, molto concorrenziale per le altre piante, ed oltre tutto inutile, dato che praticamente non ha valore nutritivo. Non essendo velenosa, ha il vantaggio -per lei, s’intende- di far parlare troppo poco si sé, tanto che molti sono quelli che ne ignorano l’esistenza, e molti coloro che lascia indifferenti. C’è da dire, però, che una volta che ne hai vista bene una, da quel momento in poi cominci a scorgerne ovunque, tanto che devi stare attento a non farla diventare un’ossessione.
Ad ogni modo, per tornare a mercoledì pomeriggio, i volontari si sono divisi in tre gruppi: chi ha lavorato sulla sponda sovrastante il parcheggio, chi ha liberato il Plän Batùn, chi si è occupato di sradicarla dalla sponda del campo di calcio. Dopo due ore e mezza di lavoro e dopo aver riempito parecchi sacchi dell’immondizia da 100 litri, ci siamo ritrovati tutti in piazza per gustarci un buon gelato e per riposare un po’, in attesa che partisse l’autopostale.
A fare quasi da eco a questo intervento, su invito di Castasegna Viva, sabato mattina alle dieci un gruppetto di volontari di Castasegna ha continuato il lavoro, concentrandosi sul piccolo pascolo che si trova all’entrata bassa della galleria.
Dopo queste attività, tornando a casa tua, capace che ti accorgi che ne hai qualcuna anche in giardino, in un vaso in terrazza, e che il prato davanti al quale cammini tutti i giorni ne è letteralmente invaso; e che spunta ai margini della strada, e che esce da un mucchio di sabbia, e che ce n’è anche dall’altra parte del fiume, e a Bondo, e lungo i tornanti di Soglio, e finanche a Vicosoprano, e, ohibò, anche più su.
A segarla, cresce più forte di prima; l’unica soluzione è sradicarla, meglio se prima che fiorisca.
C’è da piegare la schiena, già, ma alla lunga sembra che ne si tragga vantaggio.
Si può anche lasciar perdere e far finta di niente. O pensare, e magari convincersi, che sia una messinscena; addirittura che non esista. E speriamo bene…
Vabbè, passo il testimone. Provare per credere.
Fabio Ruinelli
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