Supponiamo che…
//riceviamo e pubblichiamo\\
Un contributo da parte di Gian Andrea Scartazzini.
Supponiamo che nel 2012, dopo la prima “piccola” frana del Cengalo, i Comuni della Bregaglia non fossero ancora stati uniti. Il comune di Bondo avrebbe respinto la costruzione del bacino di accumulo per non sacrificare il campeggio. Oggi i villaggi di Bondo e Spino sarebbero in gran parte distrutti.
Supponiamo che la grande frana del 2017 fosse avvenuta nel 1917. Cento anni fa non c’erano i mezzi meccanici di cui disponiamo oggi. I detriti provenienti dalla Bondasca non si sarebbero potuti sgomberare e probabilmente l’abitato di Spino sarebbe cancellato dalla carta geografica.
Supponiamo che negli anni attorno al 1980 si avesse scelto, per la circonvallazione di Promontogno, la costruzione di una galleria nel versante destro, da sopra Promontogno fino sotto Spino, variante sicuramente più elegante e più costosa. Oggi le vie di collegamento tra Bondo, Spino e Promontogno sarebbero strade comunali di poca importanza. La Confederazione e il Cantone non sarebbero certo disposti ad investire tanto denaro per la sicurezza di noi quattro gatti che ci abitiamo.
Supponiamo infine che la Svizzera non fosse un paese democratico. Certe decisioni di importanza regionale o nazionale verrebbero prese dalle autorità competenti, senza essere sottoposte al voto dei cittadini.
Ebbene io sono fiero e felice di poter vivere in un paese democratico, ma in questo caso sono convinto che sarebbe meglio fidarsi degli esperti nel campo dell’ingegneria, dei pericoli naturali e delle associazioni ambientaliste.
Strano che certi abitanti di Spino, più esposti ai pericoli della natura, non si rendano conto che il progetto in questione mira a rendere più sicure le loro case. Sembra quasi che la lezione dell’agosto 2017 non sia bastata.
Strano che un professionista (architetto) pubblichi dei fotomontaggi che non rispecchiano la realtà. Il punto dal quale venne scattata la foto, nei pressi dell’attuale incrocio stradale, a opera finita sarà di alcuni metri più alto, quindi la visualizzazione pubblicata non esiste.
Strano anche che un altro abitante di Spino direttamente toccato dalle opere previste e che in altre occasioni non esita a esprimere pubblicamente il suo parere, questa volta non si sia ancora espresso.
Il problema del traffico troppo veloce attraverso l’abitato di Spino dev’essere e andrà risolto separatamente, ma non c’entra per niente con il progetto sul quale siamo ora chiamati a votare.
Per un futuro vivibile e sicuro in questo bellissimo angolo della Bregaglia io metto nell’urna un SÌ convinto e invito tutti i convalligiani a fare altrettanto.
Gian Andrea Scartazzini, Promontogno
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