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“Immagino… Non mi resta altro”

15 settembre 2020
Su questo pensiero di fondo nascono i disegni di Gian Pietro Gini nella primavera del 2020. Un periodo non facile, fatto di timori, insicurezze e soprattutto distanze.

Il non potersi vedere. Una valle di confine che ha assistito per la prima volta dopo decenni alla chiusura delle frontiere. Famiglie, amicizie e amori divisi per settimane, mesi. Contatti limitati al minimo indispensabile, distanze imposte ma sofferte. Non poter abbracciare i propri nipoti, evitare i contatti ravvicinati con i propri colleghi, amici, conoscenti, compaesani. Cose che prima sembravano assolutamente scontate e naturali.
E l’altro diventa una minaccia, un pericolo invisibile.
Non rimane altro che chiudersi nel proprio nido sicuro e ritagliarsi uno spazio di vita. Ognuno ha vissuto questo periodo in modo diverso, chi abbandonandosi alla disperazione, alla depressione, all’ansia e ai pensieri negativi. C’è chi invece in questo periodo nuovo di isolamento ha saputo creare, inventare, riflettere, riposare, lavorare, ritrovare qualcosa che prima non riusciva a vedere, oppure fantasticare. Forse è il caso di Gian Pietro, che ritrovandosi per lunghe giornate nella sua casa a Soglio, ha potuto dedicarsi intensamente alla sua passione del disegno, che ormai lo accompagna da anni, e dare sfogo ai suoi pensieri traducendoli in immagini, in incontri, in abbracci e baci, cose che prima non avremmo mai immaginato di poter rimpiangere. Quando Gian Pietro disegna è come se una forza si impossessasse dei suoi gesti, delle sue mani e le guidasse sul foglio bianco. Quando questa forza se ne va, è il momento di posare la matita o il pennello e di dedicarsi ad altro.
La mostra “Primavera 2020 – Immagino… Non mi resta altro” di Gian Pietro Gini avrà luogo in Gassa d’la Streccia a Soglio nella stalletta riattata dagli architetti Ruinelli e si svolgerà a partire dal 25 settembre fino al 25 ottobre 2020, entrata libera (chiuso durante la notte). Nel locale espositivo si potranno ammirare anche alcune sculture di Ugo Giacometti.
Elena Giacometti

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